CHE COSA E’ LA “CAZZIMMA”? 30 Maggio 2025 – Posted in: Modi di dire – Tags: , , , , , , , , , ,

Cazzimma: l’arte napoletana del farti fesso col sorriso

Una parola, mille volti

In una città come Napoli, dove ogni parola ha un peso, una melodia, una sfumatura, esiste un termine intraducibile che racchiude in sé l’intero spettro dell’umanità: cazzimma.

Non è solo una parola. È un’attitudine. Una strategia di sopravvivenza. È il cugino furbo della furbizia, il fratello cinico dell’opportunismo, il parente stretto della grinta… ma con quel tocco in più: la malizia che non si scusa.

Ma che significa, davvero?

Nel sentire comune, la cazzimma è la capacità di girare ogni situazione a proprio favore, anche a scapito degli altri. Un po’ furbizia, un po’ cattiveria sottile. Ma non è solo questo.

C’è chi la usa come scudo, chi come arma. Chi ce l’ha nel sangue e chi la tira fuori solo al momento giusto, come il jolly a briscola.

Pino Daniele, nella sua “A me me piace ’o blues”, la cantava con orgoglio. Per lui era la forza sfrontata del fare ciò che si vuole, fregandosene degli altri.

Un concetto che nel suo stile diventava quasi poetico, un manifesto esistenziale:

«Tengo ’a cazzimma e faccio tutto quello che mi va».

Ma è una cosa buona o cattiva?

Dipende. A Napoli, se dici che uno “tiene ’a cazzimma”, può essere sia un complimento che un’accusa.

  • Se sei un calciatore, si pretende che tu la metta in campo: grinta, faccia tosta, zero paura.
  • Se sei un amico, meglio non averla: potresti trovarti usato come pedina.
  • Se sei un comico, puoi giocarci: Alessandro Siani ci ha costruito sketch geniali, dove la cazzimma diventa quella risposta secca e spietata che chiude ogni discorso:

“Nun t’o voglio ricere, chest’è ’a cazzimma”.

Da dove viene?

L’etimologia è bella tosta, come la parola. Il nucleo è chiaro (l’avete intuito, sì), ma quello che fa la differenza è il suffisso “-imma”, che nel dialetto napoletano trasforma tutto in qualcosa di un po’ viscido, collettivo, corporeo.

Nascono così parole come sfaccimma, zuzzimma, scazzimma: tutte sorelle, tutte cariche di senso (e odore…).

È possibile che in origine cazzimma si riferisse a una secrezione fisica (sì, proprio così). Ma poi, con un salto geniale che solo i napoletani sanno fare, è diventata spirito, carattere, filosofia.

La cazzimma è cultura

In un’Italia dove spesso si premia chi sa vendersi meglio, la cazzimma ha trovato terreno fertile per diffondersi anche fuori Napoli. Eppure, resta lì, legata alla sua terra, perché solo chi la vive può davvero capirla. Non si insegna, si assorbe. Come il dialetto. Come la pizza buona.

Non esiste sinonimo perfetto in italiano. Forse perché la cazzimma è una di quelle parole che non puoi tradurre, ma solo raccontare.

In sintesi

Cazzimma non è solo furbizia. È furbizia con stile. È sfrontatezza, cinismo, prontezza. È la capacità di cavarsela sempre, anche quando non si dovrebbe.

È una scintilla di Napoli che brucia dentro, a volte scotta, ma spesso salva.

E tu quando hai saputo dimostrare “cazzimma”?

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