Bella Ciao 23 Marzo 2023 – Posted in: Lo Sapevi che – Tags: , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , ,

Bella Ciao: come nasce la canzone di resistenza

“Noi sognavamo un mondo diverso, un mondo di libertà, un mondo di giustizia, un mondo di pace e un mondo di fratellanza e di serenità.” (cit. Germano Nicolini)

La canzone Bella Ciao è la canzone della resistenza dei Partigiani italiani ed è diventata iconica in tutto il mondo. Così iconica e famosa da essere stata inserita anche nella Casa di Carta, una delle serie più famose degli ultimi anni, come canto liberatorio e di resistenza.

Il ritornello di questa canzone fu inciso nel 1919 a New York da un musicista zingaro che suonava la fisarmonica, la canzone era “Klezmer-Yiddish swing Music” e lui Mishka Tsiganoff era ucraino precisamente originario della città di Odessa.

Un giro lunghissimo quindi quello di questa canzone!

Pochi sanno che anche se è vero che Bella Ciao è davvero la canzone iconica della Resistenza italiana lo divenne molto dopo che la guerra era finita ovvero negli anni Sessanta e a rivelarlo è proprio l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia la famosa ANPI.

La canzone divenne nota nei primi anni Sessanta grazie a uno spettacolo presentato a Spoleto dall’omonimo titolo e qui la versione Partigiana divenne poi nota in tutta Italia.

La canzone partigiana di Bella Ciao è stata scritta ben prima della guerra, questo è stato accertato ed è anche certo che molti partigiani potessero conoscerla e cantarla!

Quello che però sembra non vero è che fosse divenuta la canzone ufficiale della Resistenza.

BELLA CIAO, IL TESTO

Una mattina mi son svegliato,

oh bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!

Una mattina mi son svegliato

e ho trovato l’invasor.

O partigiano, portami via,

o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!

O partigiano, portami via,

ché mi sento di morir.

E se io muoio da partigiano,

o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!

E se io muoio da partigiano,

tu mi devi seppellir.

E seppellire lassù in montagna,

o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!

E seppellire lassù in montagna

sotto l’ombra di un bel fior.

E le genti che passeranno

o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!

E le genti che passeranno

Ti diranno «Che bel fior!»

È questo il fiore del partigiano,

o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!

È questo il fiore del partigiano

morto per la libertà!

Si trovano tracce di Bella Ciao in seno alla rivoluzione e alla contestazione anche nei periodi immediatamente successivi alla guerra in congressi giovanili e politici ed è per questo che nonostante sia divenuta il simbolo prediletto della Resistenza nel 1960 è anche vero che già durante e prima della guerra questa canzone era cantata ed è per questo che oggi le viene comunque attribuito questo vessillo onorifico.

Possiamo dire che Bella Ciao come inno politico nazionale divenne famoso in tutta Italia solo dopo la kermesse di Spoleto nel 1964.

“La Resistenza non fu un fenomeno militare, come erroneamente si crede. Fu un movimento politico, democratico e civile straordinario. Una presa di coscienza politica che riguardò anche le donne.” (cit. Lidia Menapace)

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