Chiattillo – Un termine dispregiativo! 5 Giugno 2023 – Posted in: Modi di dire, Parole – Tags: , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , ,

Chiattillo

Dicesi chiattillo quel particolare essere umano che sembra uscito dalle fiabe più strane, vestito a festa come un pavone si aggira per la città credendosi uomo e risultato solamente ridicolo” (cit. Anonimo)

 Il territorio italiano è pieno di parole tipiche e curiosissime, tra i dialetti il napoletano è uno dei più coloriti e vivaci. Esploriamo allora oggi l’origine e il significato del termine chiattillo per fare una veloce incursione nei territori campani e in questa antica terra di cultura popolare.

Il termine chiattillo è particolarmente dispregiativo ed è frutto della cultura popolare di Napoli, così feroce nel prendere in giro.

In età antica il termine si riferiva alle Piattole, piccoli e disgustosi parassiti che infestavano il pube di uomini e donne che poco si lavavano.

Il chiattillo era quindi un termine che si riferiva a un animale nocivo e particolarmente fastidioso per tutta la comunità, capace di proliferare a lungo e di infestare tante persone.

Partendo da questi presupposti possiamo sicuramente dire che il termine chiattillo, oggi riferito alle persone non è particolarmente lusinghiero e che anzi è davvero un termine dispregiativo!

Ma chi sono i chiattilli a Napoli?

Sono i giovani che seguono la moda in modo esagerato, che vogliono distinguersi a forza dal contesto urbano e lo fanno non in forza ai loro meriti ma perché figli di papà.

Ecco cosa sono i chiattilli, giovani e giovanissimi uomini che hanno un fare affettato e spavaldo, spesso esagerato e che vestono all’ultimo grido pur non essendo davvero capaci di coniugare moda ed eleganza.

In poche parole  è un figlio di papà che poco si è guadagnato nella vita ma che si pavoneggia molto; proprio per questo in una città verace come quella napoletana è disprezzato fortemente dalla cultura popolare che gli ha addirittura affibbiato il nome di una zecca, una piattola fastidiosa

e nociva che prolifera ma che andrebbe estirpata il più velocemente possibile.

“Chiattilli e perete: due facce della stessa medaglia! L’uno uomo, l’altra femmina credono di poter comandare qualcosa ma in realtà non contano un beneamato cazzo” (cit. Lello Arena)

“O Chiattillo”: Il soprannome di Filippo di Mare Fuori

O’Chiattillo è il soprannome del personaggio Filippo Ferrari, un giovane della Milano bene molto bravo a suonare il pianoforte che finisce nel carcere minorile di Nisida, a Napoli, per omicidio (un amico muore mentre lui guida l’auto sotto effetto di droghe), interpretato dal giovane attore Nicolas Maupas nella serie Rai Mare fuori.

Giunto alla terza stagione, grazie ai record di ascolto, Mare fuori racconta le storie di alcuni giovani che affrontano la dura vita del carcere, mentre il mare, la vita, appunto, resta fuori.

Filippo “O’ Chiattillo”

Non appena entra in carcere il giovane della Milano bene nella prima stagione della fortunata serie Rai, viene subito soprannominato dagli altri minorenni rinchiusi in carcere O’Chiattillo, che in dialetto napoletano significa ‘il figlio di papà’, il ragazzo ricco, abituato ad ogni agio.

La zona dei “Chiattilli” a Napoli

La figura del “Chiattillo”, che arriva dai quartieri della Napoli bene del Vomero, Posillipo tra via dei Mille e la Riviera di Chiaia, è contrapposta a quella degli scugnizzi, dei ragazzi più poveri, cresciuti in rioni fatiscenti, in mezzo alla criminalità, come il personaggio di Carmine Di Salvo,

figlio di un boss della Camorra, che vuole riscattarsi e scegliere una strada diversa da quella del padre. A Napoli, come a Milano, “O’ Chiattillo”, il figlio di papà, è quello senza problemi economici, con auto rombante e ultimo modello di smartphone, vestito elegante con capi firmati,  che

celebra il rito dell’happy hour nei bar del centro, e poi trascorre la notte nei locali più costosi e alla moda.

In Mare fuori O’Chiattillo Filippo, spesso vittima di bullismo da parte dei ragazzi del carcere napoletano, molto più ‘sgamati’ di lui, diventa amico del suo compagno di cella Carmine e usa il suo talento per dare lezioni di musica.

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