DRACULA – STORIE E LEGGENDE 26 Maggio 2023 – Posted in: Lo Sapevi che – Tags: , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , ,

Dracula di Bram Stoker

Il volto era grifagno, assai accentuatamente tale, sporgente l’arco del naso sottile con le narici particolarmente dilatate;

la fronte era alta, a cupola, e i capelli erano radi attorno alle tempie, ma altrove abbondanti. Assai folte le sopracciglia, quasi unite alla radice del naso, cespugliose tanto che i peli sembravano attorcigliarvisi.

La bocca, per quel tanto che mi riusciva di vederla sotto i baffi folti, era dura, d’un taglio alquanto crudele, con bianchi denti segnatamente aguzzi, i quali sporgevano su labbra la cui rossa pienezza rivelava una vitalità stupefacente in un uomo così attempato. Quanto al resto, orecchie

pallide, assai appuntite all’estremità superiore; mento marcato e deciso, guance sode benché affilate. L’effetto complessivo era di uno straordinario pallore.

Dracula di Bram Stoker uscì nel 1897. Raramente si ricorda un romanzo che abbia avuto un impatto così forte sull’immaginario collettivo, sulla definizione di un genere narrativo, e perfino sulla psiche delle persone. Il conte vampiro più famoso di tutti i tempi è infatti uno dei pochissimi

personaggi di fantasia che, alla stregua di certe figure storiche, come Napoleone o Garibaldi, ha provocato inquietanti processi identificativi nei nevropatici psicologicamente più fragili.

L’alone di orrore che attraversa l’intera struttura del romanzo epistolare e le efferatezze compiute da Dracula hanno rappresentato un terreno più che fertile per la realizzazione di innumerevoli trasposizioni cinematografiche. Dracula ha attraversato con volo da pipistrello le pagine di

libri e fumetti, è rimasto impresso in centinaia di pellicole e continua oggi a essere un protagonista indiscusso della cultura popolare contemporanea, dalle serie televisive ai videogiochi.

E tutto questo senza contare le migliaia di traduzioni vampiresche della narrativa e della filmografia degli ultimi due secoli, da Carmilla a Twylight.

C’è un solo, unico e inimitabile Principe transilvano delle Tenebre: il conte Dracula.

Il castello in vendita

«Benvenuto nella mia casa! Entrate libero e franco. Andatevene poi sano e salvo, e lasciate alcunché della felicità che arrecate!»

Una specie di leggenda si è diffusa in rete negli ultimi anni, secondo la quale il castello di Bran in Romania, la costruzione che viene generalmente ritenuta la magione del conte Dracula, sarebbe stato messo in vendita per una cifra intorno ai 47 milioni di sterline. Recentemente sono stati gli stessi proprietari a smentire queste voci.

In realtà, Bram Stoker non visitò mai la Romania, e il castello di Bran non apparteneva nemmeno a Vlad III di Valacchia, la controparte storicamente esistita dell’immaginario Dracula. Ma, seguendo la minuziosa descrizione dell’abitazione del conte nei primi capitoli del romanzo, emergono delle notevoli somiglianze con il vero castello di Bran… tanto che oggi il maniero conta mezzo milione di visitatori paganti l’anno!

Tutti pronti a farsi terrorizzare dalle visite guidate e dalla tetra leggenda del vampiro… Dopo colazione, mi sono dedicato a una piccola esplorazione del castello. Sono uscito sul pianerottolo e ho trovato una stanza che guarda a sud. Un panorama stupendo, che dal punto in cui mi trovavo potevo scorgere in tutta la sua magnificenza.

Il castello si erge proprio sull’orlo di un orrido precipizio: una pietra gettata dalla finestra cadrebbe per mille piedi prima di toccar fondo! Fin dove giunge lo sguardo, null’altro che un mare di verdi cime d’alberi, interrotto di quando in quando da una profonda fenditura, ov’è un abisso. Qua è là, si scorgono argentei fili, e sono i fiumi che serpeggiano in ime gole per le foreste. Ma non sono dell’umore più adatto a descrivere la bellezza.

Ché, ammirato il panorama, ho proseguito nelle mie esplorazioni: porte, porte, porte dappertutto, e tutte chiuse e sbarrate. Nelle mura del castello, eccezion fatta per le finestre, non esistono vie d’uscita praticabili. Il castello è un vero e proprio carcere, e io ne sono prigioniero!

L’ispirazione

Il piccolo Bram Stoker (nato a Dublino nel 1847 e morto a Londra nel 1912) ebbe un infanzia difficile, gravata da una malattia che gli impediva di camminare normalmente. Una volta cresciuto, il giovane futuro scrittore superò le difficoltà e riuscì anche a eccellere come sportivo durante

gli anni universitari. Non c’è dubbio però che i disagi patiti da bambino abbiano influito sulla sua futura creatività, tetra e “maledetta”.

Fonte di ispirazione per il personaggio di Dracula fu invece l’attore Henry Irving, uno dei più discussi del suo tempo. Bram Stoker fu segretario, impresario e poi direttore del teatro di Irving, e fu legato a lui da un’amicizia durata ventisette anni, dal 1878 al 1905, anno della sua morte.

L’attore, che vantava un’imponente presenza fisica e una voce potente, era spesso impiegato in ruoli caratteristici (l’Ebreo Errante, Mefistofele, l’Olandese Volante): l’idea iniziale di Stoker era infatti quella di scrivere una pièce teatrale su Dracula con protagonista il suo amico. Irving

non fu convinto dell’idea e Dracula divenne il romanzo che tutti conosciamo.

La storia vuole che lo spunto da cui scaturì l’idea del romanzo arrivò a Bram Stoker in sogno, o meglio in un incubo, durante una notte di marzo del 1890. Lo scrittore, risvegliatosi dal sonno, annotò:

“Un giovane esce, e vede tre fanciulle
Una di loro cerca di baciarlo, non sulle labbra ma sulla gola.
Il vecchio conte interviene.
Con rabbia e furia diaboliche.
Quest’uomo mi appartiene. Io lo voglio”.

L’immagine evocata compare nel romanzo, al terzo capitolo. Il foglietto del primo embrione di Dracula è tuttora conservato a Philadelphia, nella Rosenbach Library.

Fonti letterarie

La principale fonte letteraria è invece da identificare in Carmilla, romanzo breve dell’irlandese Sheridan Le Fanu, del 1872. Nel romanzo emergono tutti i tratti peculiari di Dracula e del vampiro come lo immaginiamo oggi: la nobiltà, il castello sperduto, la vittima inconsapevole e una

sottotraccia fortemente erotica che, alla fine dei conti, è l’ingrediente principale del gigantesco successo vampiresco. Prima di Carmilla un archetipo del genere era stato The Vampyre, un racconto breve di John William Polidori, ideato nell’ambito della stessa celebre scommessa

“letteraria”, svolta nel giugno del 1816 a Villa Diodati a Ginevra, che vide la genesi di Frankenstein di Mary Shelley.

Fu Lord George Byron, uno dei presenti al raduno di intellettuali (fra cui il poeta Percy Bysshe Shelley e i due già citati), a proporre ai suoi compagni di cimentarsi nella scrittura di “una storia di fantasmi”. Pare che Lord Ruthven, il nobile protagonista di The Vampyre, fosse stato

immaginato come una parodia di Byron, autore di cui Polidori era molto invidioso. Sfortuna volle che il racconto riscosse subito un grande successo in tutta Europa, ma venisse attribuito a Lord Byron. Goethe in persona lo descrisse come la migliore opera di Byron. John William

Polidori morì suicida a 26 anni, nel 1821.

Fonti storiche

Il termine vampiro deriva dal magiaro “vampyr”, dalla parola lituana “wempti”, che vuol dire “bere”, da quella turca “uber”, “essere diabolico”, e dalla radice slava “pi”, “stregone. La leggenda del non-morto che, per concessione infernale, può continuare a vivere cibandosi del sangue dei

vivi, affonda le sue radici più antiche nella religiosità dei popoli slavi, fortemente legata al culto dei morti. Secondo lo slavista Evel Gasparini, le popolazioni slave usavano la pratica delle “esequie ripetute”: per accertarsi della benevolenza dei trapassati, le tribù, a intervalli regolari,

riaprivano i sepolcri per lavare e vestire nuovamente i morti.

A volte trovavano i cadaveri ancora in buone condizioni, e l’associazione di idee era immediata: il morto era tornato per succhiare il sangue dei vivi. Il cadavere veniva quindi prontamente bruciato o impalato.

La figura storica realmente esistita che da dà il nome al Dracula del romanzo è Vlad III di Valacchia, soprannominato Țepeș, “l’impalatore”: passò infatti alla storia per le efferate torture che usava infliggere ai suoi nemici. Fiero avversario dei turchi, visse tra il 1431 e il 1477, e già

all’epoca fiorivano le leggende sulla sua crudeltà e sui presunti patti satanici che avrebbe stretto. Il padre aveva fatto parte dell’Ordine cavalleresco del Drago, lasciando come patronimico al figlio l’appellativo di “Dracula”. Bram Stoker, che viaggiava molto, venne a conoscenza di questo

personaggio grazie a Arminius Vambery, professore di Tradizioni Slave all’Università di Budapest.

Bela Lugosi, Christopher Lee e tanti altri…

Sono state tantissime le incarnazioni di Dracula sul grande schermo. La prima apparizione di una specie di vampiro al cinema va fatta risalire addirittura al pioniere Georges Méliès in Le manoir du Diable (1896), in cui un pipistrello si trasforma in Mefistofele e viene sconfitto da un

cavaliere che gli mostra un crocifisso. Memorabile è l’interpretazione di Max Schreck in Nosferatu, il capolavoro muto di Friedrich Wilhelm Murnau su cui aleggiano molte leggende. Nel film il vampiro si chiama, per problemi di copyright rispetto al romanzo di Bram Stocker, Orlock.

Bela Lugosi, protagonista del grande successo della Universal Dracula di Tod Browning del 1931 (di cui venne girata con un diverso cast una versione in lingua spagnola nello stesso anno), rimase così legato a questo personaggio da venire seppellito, per volontà della moglie e del figlio,

con il mantello del vampiro. Christopher Lee, l’attore inglese di origini italiane scomparso l’anno scorso, è stato l’indimenticabile e iconico volto di Dracula in diversi film tra gli anni ’50 e gli anni ’70.

Dracula è stato incarnato da decine di altri interpreti: da Klaus Kinski (Nosferatu, il Principe della Notte di Werner Herzog nel 1978) a Gary Oldman (Dracula di Bram Stoker di Francis Ford Coppola nel 1992), da Gerard Butler (Dracula 2000, in cui viene portata avanti la suggestiva

ipotesi che il non-morto altri non sia che Giuda Iscariota, costretto a un’eternità demoniaca per aver tradito Gesù) a Jonathan Rhys Meyers, protagonista di una sfortunata serie tv della NBC, Dracula, cancellata dopo solo una stagione.

Pur senza comparire quasi mai, Dracula è uno dei protagonisti della serie tv Penny Dreadful, attualmente in onda, in cui compaiono altri personaggi del romanzo di Bram Stoker, come Van Helsing e Mina Harker.

Un “sequel” poco ortodosso

Nel 2009 Ian Holt e Dacre Stoker hanno pubblicato Dracula the Un-dead “l’unico sequel autorizzato di Dracula”. Dacre Stoker è un pronipote di Bram Stoker e ha scritto il libro utilizzando gli appunti del suo antenato. Più di un purista, davanti all’operazione, ha storto il naso. Forse,

una volta tanto, non è valso a niente il detto buon sangue non mente.

(Fonte bit.ly/3wE8pg7)