Parolacce e Vino: un connubio provocante! 3 Luglio 2023 – Posted in: Lo Sapevi che – Tags: , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , ,

Le parolacce legate al vino

“Le parolacce sono come le spezie: quando usate con moderazione, possono aggiungere sapore alla vita.” (cit. Mae West)

Origine della parola Vino

L’origine della parola “vino” è oggetto di dibattito tra gli studiosi. Una delle teorie più diffuse suggerisce che derivi dal sanscrito “vena”, formato dalla radice “ven” che significa “amare”. Altre teorie sostengono che possa derivare dall’antico ebraico “iin” o da una radice sanscrita che significa “attorcigliarsi”, riferendosi al frutto della pianta di vite che si attorciglia. Cicerone attribuisce all’etimologia latina, facendo derivare “vinum” da “vir” (uomo) e “vis” (forza).

Nonostante le diverse teorie, la parola “vino” ha una diffusione “viaggiante” e “fluttuante” tra le diverse culture e lingue nel corso dei millenni, dall’India al Mediterraneo, in un’area in cui si sviluppò la viticoltura. Le connessioni linguistiche tra le diverse lingue sono considerate “orizzontali”, indicando prestiti da una lingua all’altra. Ad esempio, la parola ittita “wiyan(a)” ha lo stesso etimo di termini come “wyn” in antico arabo, “gwino” in georgiano e così via.

Una delle teorie più accreditate suggerisce che la parola “vino” deriva dal greco “Οίνός” (oinos), che a sua volta deriva dal greco eolico “Fοἶνος” (foinos). Quest’ultimo termine era in uso principalmente nell’isola di Lesbo e potrebbe essere stato influenzato dal lineare B minoico. È possibile che i greci di Lesbo e Samo abbiano preso in prestito il termine “wnš” dell’egiziano antico, che indicava sia l’uva sia il vino, per poi trasformarlo in “Fοἶνος”. La produzione vitivinicola in Grecia si diffuse inizialmente a Lesbo e Samo, e successivamente in tutto il paese.

È importante sottolineare che, nonostante le diverse teorie, il termine “vino” ha una storia antica e una vasta diffusione tra diverse popolazioni e culture, e rappresenta un elemento di connessione tra i popoli nel corso dei secoli.

Il Vino e le Parolacce

Il vino, il sesso e le parolacce: un connubio davvero interessante e che dovremmo tutti approfondire per capire meglio quelle che sono le origini di molte etichette italiane e di alcuni dei vini più famosi da provare a tavola.

In questa rubrica divideremo i nomi scurrili del vino rosso e del vino bianco.

Iniziamo la rubrica esplorando i vini rossi più scurrili e divertenti:

  • Il soffocone di Vincigliata: questo vino toscano prende il nome da un nome volgare e gergale dato al pompino. Perfino l’etichetta di questo vino è scurrile poiché rappresenta una donna stilizzata in ginocchio.
  • La bernarda: questo vino rosso deve il suo nome alla vagina o meglio a un modo dialettale di apostrofarla; anche qui l’etichetta del vino non lascia assolutamente spazio all’immaginazione.
  • Il bricco dell’Uccellone: anche in questo nome il doppio senso è evidente anche se l’azienda lo smentisce.
  • Lo scopaio: il nome deriva dall’atto dello scopare e sebbene il riferimento esplicito sia decisamente voluto il nome deriva anche dalla località dove questo vino rosso è prodotto ovvero lo Scopaio a Castagneto.
  • Il Merlo della TopaNera: come si evince chiaramente il nome è legato al sesso e a un modo goliardico di chiamare la vagina.
  • Lo chateau de fregne: la famiglia che lo produce in Francia è di origine italiana e ciò fa nascere il dubbio che il nome sia goliardicamente voluto.
  • L’Amis d’Isa barbisa: l’etichetta di questo vino rappresenta il pelo pubico della donna e barbisa non è altro che un modo dialettale di indicare la vulva.
  • Nero di Troia: questo nome il cui doppio senso è davvero palese è legato alla regione pugliese dove viene prodotto ovvero la città di Troia che deriva direttamente dalla legenda dell’esule Enea di Troia.
  • BioNaSega: questo vino vuole prendere in giro le procedure biologiche di altri vigneti.

“Il vino è l’unica opera d’arte che si può bere.” (cit. Luis Fernando Olaverri)

Vediamo adesso quali sono i vini bianchi che seguono questa moda e quali sono i loro nomi, così che tutti possano assaggiarli e scoprire quanto sono buoni:

  • La passerina: questo vino ha una chiara allusione nel suo nome ma è anche uno dei vini bianchi più famosi d’Italia.
  • L’addio cugghiuna: questo vino spumante usa un termine scurrile ma che non ha a che fare con il sesso; infatti, il suo nome deriva da un modo di dire che vuole dire “addio coglioni”.
  • Il de Puta Madre: un vino spagnolo il cui significato è per noi volgare ma che per loro vuole essere un rafforzativo.

Infine, possiamo trovare un liquore chiamato Hijodeputa e uno denominato licor de merda e un’azienda vinicola che ha deciso di chiamare i suoi vini le vin de merde ovvero vini di merda per prendere in giro i suoi detrattori.

“Il vino fa la festa, ma la parolaccia fa il guaio.” (cit. Proverbio italiano)

Chiudiamo con una curiosità

Perchè le bottiglie di vino sono da 750ml?

La risposta qui!

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