La frutta in napoletano: un viaggio tra etimologia e cultura 27 Marzo 2024 – Posted in: Modi di dire – Tags:

Nomi curiosi della frutta in napoletano: le storie che non sapevi

“L’italiano è una lingua molto melodiosa. Perfino una discussione può sembrare un duetto d’opera.” (cit. Andrea De Carlo)

Napoli è una città che ha sempre avuto un linguaggio peculiare che merita di essere scoperto e studiato come la sua ricca storia, l’arte e la cultura.

Scopriamo allora 3 nomi curiosi che il napoletano da alla frutta attraverso il tempo e le influenze etimologiche.

Arancio

Iniziamo con l’arancio che in napoletano diventa Portuallo. Le origini di questo termine sono avvolte da varie ipotesi, alcune delle quali risalgono ai periodi di dominazione straniera. Una teoria affascinante, anche se alquanto fantasiosa, colloca l’origine della parola durante la dominazione francese.

Si narra che i soldati francesi, distribuendo arance gratuitamente alla popolazione, esclamassero in francese “pour toi!”, invitando così i napoletani indigenti a prendere da mangiare.

“L’italiano è una lingua che ti fa sembrare intelligente anche quando stai dicendo cose stupide.” (cit. Annibale Fantoli)

Secondo questa ipotesi sarebbe dalla traduzione di “pour toi” ovvero “per te” che deriverebbe il nome dialettale dell’arancio. Un’altra suggestiva teoria lega l’origine della parola allo Stato del Portogallo, che vendeva le arance agli spagnoli, i quali le portavano poi a Napoli.

Questo scenario avrebbe dato vita al termine “purtualli”, derivante dall’italiano “portuali”, riferendosi agli aranci come merce portata dai portuali.

Infine, esploriamo l’ipotesi etimologica più verosimile, secondo gli studiosi questo nome trae le radici dal greco antico “portokalia” o “portokalòs“, che significa proprio arancia. Questo spiegherebbe anche la presenza di varianti simili in molte lingue orientali. Quindi, la sagacia linguistica napoletana, anziché derivare da suggestioni esterne, attinge alle sue radici greche per nominare questo popolare agrume.

Ma Napoli non si ferma qui nella sua esplorazione linguistica della frutta. La ciliegia, diventa  cerasa in napoletano.

Ciliegio

Anche questo nome porta con sé una storia che risale all’antichità ma questa volta non si rifà al greco ma bensì al latinocerasa-ae“, a sua volta derivato dal greco antico “kerasos“, dove “ker-” indica la durezza, probabilmente riferendosi al nocciolo duro al centro del frutto.

Infine, troviamo la pesca gialla che diventa la percoca, ottima da mangiare da sola o nel vino come vuole la tradizione del sud Italia. Questo nome trova le sue radici etimologiche nell’aggettivo latinopraecŏquus“, che significa primaticcio.

Pesco

Le forme percoca, precoca e percocca sono tutte allotrope della parola albicocca, rivelando così l’influenza latina nella denominazione di questa frutta e anche una disinformazione del popolo del sud che credeva che questo frutto fosse un ibrido avuto innestando pesca e albicocca.

Ecco che un viaggio nelle denominazioni dialettali della frutta ci ha fatto scoprire molto di più sulla nostra storia e ci ha aperto gli occhi sulle influenze che le lingue latina, greca e araba hanno avuto sulla nostra cultura popolare.

“L’italiano è una lingua così musicale che si possono dire le peggiori volgarità e sembreranno delle arie d’opera.” (cit. Hugh Grant)

Altri esempi di frutta con nomi curiosi in dialetto napoletano:

  • Albicocca: ‘a pricocca
  • Anguria: ‘o mellone
  • Banana: ‘a banana
  • Fichi: ‘e fiche
  • Fragole: ‘e fragole
  • Kiwi: ‘o kiwi
  • Limone: ‘o limone
  • Mandarino: ‘o mandarino
  • Mela: ‘a mela
  • Melone: ‘o mellone
  • Noce: ‘a noce
  • Pera: ‘a pera
  • Pomodoro: ‘o pummarolo

Proverbi sulla frutta in napoletano:

1. “‘A pera cotta nun torna cchiù cruda.”

Significato: Non si può tornare indietro nel tempo.

2. “‘O mellone nun se magna a ffette.”

Significato: Bisogna saper cogliere l’attimo e non lasciarsi sfuggire le occasioni.

3. “‘A cerasa vale cchiù ‘o paniere.”

Significato: Il contenuto è più importante della forma.

4. “‘O fico fa ciento figli e nisciuno ‘o tene.”

Significato: Chi si fa troppi nemici non ha nessuno che lo aiuti.

5. “‘A pera ‘e San Giovanni nun vale ‘a pera ‘e Pasca.”

Significato: Le cose non hanno lo stesso valore in tutte le circostanze.

6. “‘O limone fa ‘a faccia gialla e ‘o core verde.”

Significato: Le persone false e ipocrite sono come limoni: gialle fuori e verdi dentro.

7. “‘A noce ‘e San Giovanni vene co’ ‘o sacco.”

Significato: Le cose buone arrivano a chi sa aspettare.

8. “‘A fragola nasce ‘nterra e ‘o viento se la porta.”

Significato: Le cose belle e delicate sono effimere.

9. “‘O fico ‘o fa ‘o frate e ‘o magnano ‘e figli.”

Significato: A volte chi lavora sodo non è chi ne trae il maggior beneficio.

10. “‘A pera co’ ‘o vino fa ‘o core fino.”

Significato: Un buon bicchiere di vino fa bene al cuore.

Questi sono solo alcuni esempi di proverbi sulla frutta in napoletano. Il dialetto napoletano è ricco di proverbi e modi di dire che raccontano la saggezza popolare e la cultura di un popolo.

Se volete approfondire vi consiglio un libro che a me ha dato veramente tanto!

Libro

‘O libbro d”e pruverbie. Tutta la filosofia napoletana in oltre seimila antichi detti popolari

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