LINA WERTMULLER 9 Dicembre 2021 – Posted in: Biografie – Tags:

Lina Wertmuller

(Roma, 14 agosto 1928 – Roma, 9 dicembre 2021)

Amare è essere impegnati, è lavorare, è avere interessi, è creare.

Lina Wertmuller è sempre stata una donna piena di energia, di vitalità, di passione, la stessa che ha sempre trasmesso nei suoi film, nelle storie, nelle canzoni e tra i colleghi.
Lina Wertmuller la possiamo ricordare oggi come la prima donna ad essere stata candidata al premio Oscar come miglior regista per il film Pasqualino Settebellezze, nella cerimonia del 1977, e solo l’anno scorso ha ricevuto il premio Oscar onorario.

Il suo nome, incredibile ma vero, era in realtà Arcangela Felice Assunta Wertmüller von Elgg Spanol von Braueich, la sua famiglia infatti era italiana ma proveniva da una discendenza aristocratica di origini svizzere. Andava a scuola con Flora Carabella, che poi sarebbe diventata moglie di Marcello Mastroianni, con il quale ha poi instaurato un’amicizia profonda e che ha fatto sorgere in lei l’amore per lo spettacolo.

Aveva 17 anni quando si iscrisse all’accademia teatrale, e in seguito inizia la sua collaborazione con celebri registi teatrali, lavora in radio e in televisione, e diventa regista della prima edizione di Canzonissima e Il giornalino di Gian Burrascacon Rita Pavone. “È stata soprattutto la passione a spingermi in questo mondo. Passione che è iniziata subito: prima l’accademia, poi lo studio ed infine tanta, tanta gavetta che nel tempo mi ha portato a coronare importanti successi.”

La sua carriera ha una svolta quando diventa aiuto regista di Federico Fellini che gira il suo film La dolce vita e 8½. Il 1963 è anche l’anno del suo esordio come regista e inizia a farsi notare sin da subito fino a quando inizia la sua collaborazione con un grande attore, Giancarlo Giannini, che sarà nelle sue pellicole più belle ed emozionanti come protagonista: Mimì metallurgico ferito nell’onoredel 1972, lo straordinario Film d’amore e d’anarchia – Ovvero “Stamattina alle 10 in via dei Fiori nella nota casa di tolleranza…” L’anno dopo, del bellissimo e iconico film: Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto del 1974, di cui Madonna ha recitato nel remake americano; e due anni dopo Pasqualino Settebellezze, il film per cui viene candidata all’oscar.

Giancarlo Giannini è sempre il protagonista de La fine del mondo nel nostro solito letto in una notte piena di pioggia (1978) e Fatto di sangue fra due uomini per causa di una vedova. Si sospettano moventi politici dello stesso anno.

Per tutte le registe, italiane e straniere, Lina Wertmuller è sempre stata un esempio: Non si può fare questo lavoro perché si è uomo o perché si è donna. Lo si fa perché si ha talento.

Questa è l’unica cosa che conta per me e dovrebbe essere l’unico parametro con cui valutare a chi assegnare la regia di un film.” Diceva la regista, che ha sempre proseguito dritta per la sua strada infischiandosene di tutti i giudizi e facendo ciò che più la appassionava.

Con i suoi indimenticabili occhiali bianchi, Lina Wertmuller si è sempre distinta in classe e saper fare, non si è mai voluta etichettare come femminista.

Ha raccontato il maschio italiano in tutte le sue sfaccettature con raffinatezza. Era una donna seria, sin dall’inizio della sua carriera ha dimostrato carattere e audacia. Lei stessa racconta un suo aneddoto durante un’intervista:

“Mi chiamarono a salvare un film western in Jugoslavia. Accetto, usando uno pseudonimo maschile. Vado e trovo il disastro. Mi si presenta l’organizzatore, vestito da cowboy, perché desiderava fare la comparsa. Per risposta, gli tiro un cazzotto sul naso. Poi, arriva il protagonista, un americano, e mi chiede di non fare a Elsa Martinelli più primi piani che a lui. Gli rispondo che fingo di non aver sentito.

Il giorno dopo, giravo Elsa che fa il bagno in un lago e vengono a dirmi che lui stava lasciando il set perché mi occupavo troppo di Elsa. Misi di spalle una controfigura col costume dell’americano e la feci pugnalare alla schiena, in una scena creata lì per lì. Fine dell’americano. Gli feci dire che per me era morto e cambiai protagonista.”

Valerio Ruiz ha firmato un documentario sulla sua vita, Dietro gli occhiali bianchi, e ha raccolto diverse opinioni su di lei e sui suoi film anche da parte di grandi registi internazionali: Martin Scorsese, per esempio, ha detto che i suoi film sono come il carnevale. Lei ha indagato la classe media e povera dell’Italia intera, il gioco dei ruoli sociali, l’eterna differenza tra nord e sud, borghesia e proletariato.

«Un mio desiderio inespresso? Essere napoletana» raccontava Lina Wertmüller, scomparsa nelle scorse ore all’età di 93 anni.

Desiderio che divenne realtà nel 2015, con la cittadinanza onoraria conferitagli da #DeMagistris.

Di Napoli diceva: «Come ha scritto in un titolo suo Luciano De Crescenzo, Gesù è nato a Napoli. De Crescenzo sostiene che una volta è nato in Palestina, ma tutte le altre volte è nato a Napoli e io sono d’accordo con lui».

Sappiate che se mi piglia un colpo, me ne vado come un commensale sazio.”

 

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