Tinto Brass – Il maestro dell’eros 24 Marzo 2023 – Posted in: Biografie – Tags: , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , ,

Tinto Brass

(Milano, 26 marzo 1933)

“Quando morirò le mie ceneri sparse a Venezia. Tutte le mie attrici mi hanno amato, tranne Anna Galiena”

Tra pochi giorni, il 26 marzo, compirà 90 anni! Vediamo di conoscerlo meglio!

Regista, sceneggiatore, montatore e scrittore italiano, Giovanni Brass, conosciuto come Tinto, è nato in una famiglia d’arte.

Il nonno di Tinto era il pittore Italico Brass, mentre il padre, Alessandro Brass, è stato uno degli avvocati penalisti più famosi di Venezia.

È proprio in questa città che Tinto crebbe, anche se era nato a Milano. Nel 1951 si iscrisse alla facoltà di giurisprudenza a Padova ma si laureò a Ferrara proprio con una tesi che riguardava i rapporti di lavoro all’interno della produzione cinematografica.

La sua passione per il cinema non tardò ad arrivare; Tinto era un ragazzo eclettico e dopo la laurea trascorse due anni a lavorare come archivista presso la Cinémathèque di Parigi e iniziò ad avvicinarsi agli ambienti della leggendaria Nouvelle Vague.

Qui conobbe tutti, da Truffaut a Godard. A Parigi, Tinto ha trovato libertà di espressione e ha potuto approfondire i temi riguardanti la lotta al perbenismo, al bigottismo sociale e sfociare in un pieno e genuino dissenso contro il potere.

Qui Tinto ha potuto lavorare nel cinema di rottura e in quello sperimentale:

“La sessualità libera da reticenze è ancora oggi un’utopia. Pensiamo di essere liberi dalla morale, ce lo diciamo pure. Ma quale libertà, ne siamo ben lontani, forse ancora più indietro rispetto a un tempo.”

Divenne così assistente di maestri del cinema come Roberto Rossellini e Joris Ivens.

Il suo primo esordio al lungometraggio avvenne nel 1963 con un film dai temi ispirati al disagio giovanile in cui curò anche la sceneggiatura.

Il suo era definito un anarchismo umoristico: uno stile unico di narrazione e rappresentazione dei giovani che stentano a integrarsi nella società in cui viene esposta anche una insofferenza verso il potere e le istituzioni.

Brass non ha mai voluto celare il suo intento politico e sociale, anche quando nei suoi film è intervenuta la censura.

Tinto Brass non ha mancato di lavorare su diversi generi e con grandi registi, dai quali era stimato, come Mauro Bolognini e Luigi Comencini. Ha tentato il fantascientifico, lo spaghetti western, prima di approdare a film più intimisti come Col cuore in gola del 1967 e Nerosubianco del 1969.

Lo stesso Brass ha raccontato di come quest’ultimo film fosse piaciuto negli Stati Uniti e di come la Warner Bros avesse deciso di affidargli l’adattamento cinematografico di Arancia Meccanica ma che lui però rifiutò per terminare le sue opere.

Una delle principali espressioni di Tinto Brass divenne ben presto quella erotica: il sesso, con il suo rapporto con il potere e il denaro, diventa un tema ricorrente nelle sue opere.

Ben presto, Brass accantonò il cinema serio e di protesta, dedicandosi completamente al filone erotico.

La chiave, con Stefania Sandrelli venne girato nel 1983 è un emblema del suo tipo di cinema.

Un film che ebbe successo di pubblico e critica, e ben presto Tinto Brass entrò a far parte dell’Olimpo del genere erotico cinematografico.

“L’erotismo sta alla pornografia come la fellatio sta al pompino! È una questione semantica. Coi miei film, del resto, io non procuro soltanto erezioni, ma anche e soprattutto emozioni.”

Secondo Tinto Brass infatti, l’erotismo diventa un atto politico, un aspetto che non è possibile delimitare o limitare, per questo turba moltissimo i più bigotti.

Tinto, nome affidatogli dal nonno che amava il pittore veneziano Tintoretto, è sempre stato un artista politicamente e socialmente impegnato nella sua lotta radicale esprimendo un’arte in una maniera che l’ha reso leggendario all’interno del filone erotico e non solo.

“I veri pervertiti sono coloro che reprimono i loro istinti sessuali invece che viverli liberamente.”

“Ho scoperto l’autoerotismo in spiaggia e ai giovani dico: sperimentate”

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