Studentessa, Escort o Sugar Baby? 24 Giugno 2025 – Posted in: Parole, Parole Straniere – Tags: ,

La scelta (consapevole?) di vendere sé stesse: un racconto senza moralismi

«Io, studentessa, escort per pagarmi l’università: guadagno fino a 6 mila euro al mese, 5 anni e poi smetto»

A parlare è una studentessa di vent’anni. Fuori sede. Iscritta a Economia.
Nel tempo libero? Escort. O meglio: sugar baby.
Un termine che, secondo chi lo usa, alleggerisce. Rende tutto più “accettabile”.
Ma cosa significa davvero?

Chi è una sugar baby?

È una giovane – o un giovane – che frequenta uomini più grandi, benestanti (i “sugar daddy”), in cambio di denaro, regali, sostegno per l’università o per un progetto imprenditoriale.
Un do ut des sentimentale-economico.
Niente marciapiede. Nessuno sfruttatore. Nessun bisogno urgente.
Solo un corpo, una mente e una bellezza “messi a frutto”.
È libertà o solo una forma lucida di adattamento?

La narrazione: controllo, selezione, strategia

Le parole che usano parlano chiaro.
“Clienti fissi”, “esperienze da offrire”, “investimento”, “progetto”.
I marciapiedi non li vedono nemmeno da lontano. Preferiscono definizioni soft:

  • Relazione simulata

  • Professionalità

  • Regalo extra

In questa nuova grammatica del desiderio, tutto viene riletto in chiave aziendale.
Una studentessa dice: «Mi rifiuto di vivere in 4 in un bilocale. Questo mi permette di studiare, vivere bene, e mettere soldi da parte per una mia start up».
Parole fredde, consapevoli. Come un business plan.
Non si prostituiscono. Investono.

Il rischio? Fare finta che sia tutto sotto controllo

«Non ci innamoriamo. Non ci vergogniamo. Sappiamo a cosa andiamo incontro.»
Eppure, una di loro racconta di essere stata legata, buttata in vasca, senza possibilità di denunciare.
Perché? Perché non si può dire.
Perché è tutto sommerso, riservato, non “registrato”.
Perché chi controlla, chi protegge, chi tutela?

Loro dicono: «Siamo libere, possiamo smettere quando vogliamo».
Ma può esistere davvero libertà dentro una relazione dove il corpo è merce e il cuore deve restare fuori?

Sugar baby o nuove precarie?

Molti lo vedono come un privilegio.
Loro invece parlano di sopravvivenza strategica, dentro una società che chiede tutto ma dà poco.
Non credono più nell’amore. Non sognano certezze.
Investono sé stesse per non restare indietro.

E la domanda allora non è se sia giusto o sbagliato.
La domanda vera è:
cosa dice di noi, di questa epoca, di questa società, il fatto che questa scelta non ci scandalizzi più?

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