Bìschero – La parola toscana per eccellenza! 6 Giugno 2023 – Posted in: Parole – Tags: , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , ,

Bìschero

“Io rispetto molto la stupidità umana. È la sola cosa che mi dà un’idea dell’eternità.” (cit. Voltaire)

Quando ci approcciamo alla lingua italiana vediamo che vi sono in uso corrente anche tante parole dialettali, per esempio bìschero.

Questa parola è così famosa da essere uscita dalla Toscana ed essere divenuta di uso corrente in tutta Italia, ecco perché affrontare la sua etimologia con curiosità è un modo per conoscere un po’ di più noi stessi e il mondo che ci circonda.

La parola bìschero sappiamo tutti che vuol dire, in italiano, “scemo, stupido, fesso”.

Questo vocabolo nasce direttamente a Firenze e come abbiamo visto indica una persona stupida e decisamente ingenua; l’origine della parola nasce direttamente da una targa che venne apposta sulla chiesa fiorentina di Santa Maria del Fiore, qui sopra vi era scritto “lotto dei Bìscheri” a mo’ di scherno.

Quella dei Bìscheri era una famiglia potentissima e molto ricca che diede alla stessa Firenze ben quattro gonfalonieri e quindici priori oltre a possedere diverse case ebbene, secondo la leggenda però questa famiglia nonostante la ricchezza era molto molto avida.

Proprio alla fine del 1200 quando il comune di Firenze decise di costruire la propria cattedrale iniziò ad acquistare quelli che erano i terreni dove avrebbe dovuto essere costruita.

Proprio da qui si vede l’avidità di questa famiglia: sebbene i Bìscheri possedessero un campo nella zona si rifiutarono arditamente di venderlo!

In questo modo volevano far salire il prezzo e ottenere nuovi e duraturi guadagni.

Dopo una trattativa portata avanti per alcuni anni il comune si stancò di aspettare ed espropriò il terreno senza nemmeno pagarlo e fu così che a Firenze divenne nota l’espressione “fare la figura dei bìscheri” coloro che tutto volevano ma non ottennero nulla per la loro stupidità.

“Ogni minuto muore un bìschero e ne nascono due.” (cit. anonimo)

Etimologia

Dopo aver visto la leggenda e la narrazione storica che si nasconde dietro al significato di sciocco e stupido di questa parola vediamo un po’ cosa vuol dire bìschero a livello etimologico: ebbene il bìschero è la spina che posta in cima al manico degli strumenti a corde permette, a chi li suona, di regolare la tensione delle corde.

Questo strumento che appare inutile è invece uno strumento di precisione.

Ma riportiamo quanto studiato in modo autorevole dall’Accademia della Crusca:

Dopo una trafila semantica che passa attraverso i significati di ‘membro virile’, ‘legnetto affusolato’ (per tirare le corde degli strumenti musicali o per tappare l’otre) e, più genericamente, ‘piolo’, ‘cavicchio’, ‘perno'” (Alberto Nocentini, Bischero: un caso apparentemente risolto, “Archivio Glottologico Italiano”, XC – 2005, f. 1, pp. 114-116: 114).

Nello stesso articolo Nocentini, oltre a delineare il percorso semantico della forma, percorso ormai riconosciuto da tempo dagli studiosi di etimologia, formula l’ipotesi che essa risalga, anziché alla radice *bisc-/*pisk- ‘dondolare, girare, muoversi’, come proposto precedentemente in LEI (vol. VI, coll. 84-90),  al lemma *pipa con il probabile significato originale di ‘cannuccio, cannello’, a cui sarebbero da connettersi anche l’aretino pipo o pipi ‘membro virile dei bambini’ e l’aretino e senese pìrolo che ha lo stesso valore, oltre a quello di ‘qualsiasi oggetto affusolato’.

Inoltre, secondo la più coerente indagine storica il bìschero indicava il membro maschile ovvero era una parola usata come sinonimo di esso in fiorentino ed ecco che, così come altre parole che si collegano al membro maschile sembra coerente che indichi persone sciocche e stupide.

“La vita è troppo breve e il tempo è troppo prezioso per sprecarlo con persone stupide.” (cit. Voltaire)

Curiosità

Torta co’ bischeri

I “bischeri” dai quali la torta prende il nome sono i ripiegamenti di pasta frolla dell’impasto realizzati sul margine esterno della torta.
Il termine, dai significati assai vari in Toscana, ha in questo caso valenza scherzosamente fallica.
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