CENTENARIO LEONARDO SCIASCIA 8 Gennaio 2021 – Posted in: Momenti – Tags: , , ,

PREMESSA

• Isabel Allende inizia tutti i suoi nuovi libri l’8 gennaio perché fu quella la data in cui cominciò a scrivere il primo romanzo, nel 1981 («La casa degli spiriti»); il giorno è peraltro particolarmente evocativo, o iconico come si dice oggi: data di nascita di David Bowie (Londra, 8 gennaio 1947 – New York, 10 gennaio 2016)
• “Victor Hugo, Oceano”: l’indirizzo a cui gli arrivava la posta durante l’esilio nell’isola di Guernsey al largo della Normandia (stessa cosa accadeva a “Leonardo Sciascia, Racalmuto”: non c’era bisogno di specificare la via: Regina Margherita n. 37)

SCRITTORI E LIBRI
• «Lo scrittore è tra gli uomini il più ignoto a se stesso»; «Lo scrivere è sempre un atto di speranza» (Leonardo Sciascia, Racalmuto, 8 gennaio 1921 – Palermo, 20 novembre 1989)
• Il motto di Sciascia era una frase di Montaigne: “Non faccio nulla senza gioia”
• Pantheon letterario sciasciano: i siciliani Borgese, Brancati, Bufalino, Consolo, Pirandello, Quasimodo; e poi Beccaria, Casanova, De Roberto, Manzoni, Montale, Pasolini, Ungaretti, Verri; e ancora Borges, Diderot, Dos Passos, Faulkner, Hemingway, Hugo, Montesquieu, Stendhal, Voltaire…
• «Sciascia avrebbe potuto ribaltare un celebre assunto degli Scritti corsari di Pasolini: “Io so e intendo cercare le prove”» (Filippo La Porta)
• «Credo che nessun paese, mai, abbia reagito come l’Italia letteraria ha reagito all’assegnazione del Nobel a Quasimodo. Come ad un’offesa» (L. Sciascia)
• Nel suo primo articolo pubblicato lo scorso 2 gennaio su “Domani” dopo 40 anni passati a “Repubblica”, Attilio Bolzoni ha scritto che tra tutti i libri letti in gioventù da Sciascia, non ce n’era neanche uno di un autore siciliano
• «Dal momento in cui appresi a leggere credo di aver letto, tra gli otto e i quattordici anni, tutta la carta stampata in cui riuscivo a mettere le mani. Non era molta: non più di trecento libri in tutto, nel giro della mia parentela»

LA SCUOLA
• Vitaliano Brancati insegnò all’istituto magistrale di Caltanissetta frequentato da Sciascia, che sempre lo considerò il suo maestro
• Sciascia per quasi dieci anni fece il maestro elementare nella sua Racalmuto
• Sciascia si presentò così a Danilo Dolci: «Sono un maestro delle elementari che si è messo a scrivere libri. Forse perché non riuscivo ad essere un buon maestro delle elementari»
• Bolzoni (cit.) ha riportato la pagella di Sciascia dell’anno scolastico 1936/37: condotta ottima, 8 in italiano scritto, 4 in matematica, 4 in musica, 4 in canto
• «Prima di fare l’insegnante sono stato impiegato al Consorzio agrario di Racalmuto. Era un mestiere che permetteva la conoscenza del mondo contadino. Momenti tristi, in cui mancava il pane, e i contadini erano particolarmente vessati perché consegnassero il grano. Lì ho avuto, si può dire, il primo impatto con la giustizia»

SCIASCIA CON ALTRE PERSONE FAMOSE
• Avanguardista del Fascio prima di entrare in contatto con una cellula clandestina di comunisti (uno di questi è Emanuele Macaluso)
• Fu dichiarato “rivedibile” per il suo fisico esile: non svolgerà il servizio militare negli anni della Seconda guerra mondiale (A. Bolzoni, cit.)
• Nel 1947 Guglielmo Giannini (quello de L’Uomo Qualunque) si fece accompagnare da Totò nella campagna elettorale in Sicilia: tra gli altri, incontrarono Sciascia
• Sciascia fu consigliere comunale – da indipendente Pci – di Palermo con Renato Guttuso e Achille Occhetto; nel 1981 fu eletto senatore in quota Radicali: Giovanni Falcone a quel tempo intercettò una lettera in cui Michele Sindona chiedeva allo scrittore di impostare una campagna in sua difesa e volle sentirlo («Come si può anche solo pensare che io abbia a che fare con simili personaggi?» si sfogherà lo scrittore qualche tempo dopo)
• «Andreotti riunisce in sé il peggio nei secoli della storia d’Italia» (Sciascia a Paolo Guzzanti, 1979)
• Sciascia fumava Chesterfield e collezionava e regalava incisioni e acqueforti
• Regalo di nozze di Stefano Vilardo, testimone con Ugo Cordova: un coniglio selvatico e due piccioni
• Sciascia fu contattato sia da Michelangelo Antonioni che da Sergio Leone per delle consulenze nei loro film, ma non accettò
• «Beato te che da ragazzo vedevi Lipari dalla finestra» (a Emilio Isgrò, cresciuto nella piana di Milazzo)
• A fine carriera, Volonté secondo più d’uno imitava Sciascia a forza di recitare in film tratti dai suoi romanzi
• Sciascia sconsigliò ad Andrea Camilleri di usare il dialetto (oggi il “vigatese” viene studiato da 12 università che pubblicano i Quaderni Camilleriani)

MAFIA E ANTIMAFIA
• «Il libro che ha fatto conoscere la mafia agli italiani» (“Il giorno della civetta” secondo A. Bolzoni, cit.)
• Nel 1961 “Il giorno della civetta” non riuscì a superare le semifinali del Premio Strega
• «Chiarchiaro» (la morte secondo il brigadiere ne “Il giorno della civetta”)
• L’espressione «i professionisti dell’antimafia» fu in realtà un conio del titolista del Corriere della Sera che il 9 gennaio 1987 impaginò il celebre articolo di Sciascia, il quale solo in seguito l’avrebbe fatta propria
• «Una classe dirigente non può giudicare sé stessa, e tanto meno condannarsi» (Sciascia sulla Commissione antimafia, intervista a Enzo Biagi 10/6/1973)
• «La mafia non si combatte coi cortei ma col diritto»

GIORNALI E ARANCINI, ANZI ARANCINE
• In un’intervista del 1983, Sciascia rispose «Perché mi pagano troppo» alla domanda sul perché scrivesse così poco sui giornali (in ogni caso scrisse più di 1.500 articoli per testate nazionali e periodici locali)
• Nel 1962 firmò un articolo per “Apollo buongustaio” dal titolo “Sembra facile fare un’arancina” (ancora Bolzoni: «Pregevole […] necessario contributo all’interminabile diatriba linguistica, fra palermitani e catanesi, sulla declinazione al maschile o al femminile»)

FRASI PIÙ O MENO APROCRIFE – COMUNQUE BELLISSIME
• «Andremo sempre a fondo senza mai toccare il fondo»
• «Se bussiamo a quella porta è perché sentiamo che ci stanno aspettando»
• «La speranza non è più l’ultima a morire ma morire è l’ultima speranza»
• «Non si può capire l’Italia se non si capisce la Sicilia» (frase di Goethe che qualcuno ha attribuito a Sciascia)
• “Ce ne ricorderemo, di questo pianeta” (la frase che Sciascia voleva scritta sulla tomba: citazione da Auguste de Villiesr de l’Isle d’Adam che secondo Gesualdo Bufalino esprimeva «una insopprimibile volontà di memoria»)

ALTRE PAROLE DI XAXA
• «Non riesco a sentirmi palermitano, né mai ci riuscirò»
• Francesco Merlo, anch’egli siciliano, ha scritto che Sciascia è un cognome arabo che fino al 1860 nei registri anagrafici veniva scritto Xaxa (significa velo del capo; detto libico per indicare un’amicizia strettissima: “Due teste in una stessa Sciascia”)
• La «presbiopia della memoria»: per Sciascia era il recuperare antichi ricordi man mano che s’invecchia
• La “linea della palma” è il limite del clima propizio per la fioritura di quell’albero: sale verso nord di 500 metri l’anno. Lo raccontava Sciascia per spiegare le mutazioni del clima
• «Egotista» (Pannella secondo Sciascia)

(Fonte FB Eugenio Furia)