L’INNO DI MAMELI – CURIOSITÀ 12 Giugno 2021 – Posted in: Lo Sapevi che – Tags: ,

Fratelli d’Italia: Inno Nazionale

L’inno nazionale italiano è conosciuto sotto diversi nomi. Il nome originale è “Il Canto degli Italiani”, ma viene chiamato anche come Fratelli d’Italia, Inno di Mameli, o Inno d’Italia.

E’ un canto risorgimentale scritto da Goffredo Mameli e musicato da Michele Novaro nel 1847.

E’ stato scritto in tonalità di Sib.

Anche se fu molto popolare durante il Risorgimento non fu però il primo Inno d’Italia.

Casa Savoia infatti, nel 1861, considerandolo un testo troppo repubblicano e giacobino scelse la Marcia Reale come Inno Ufficiale della neonata unità d’Italia.

Dal 1943 al 1946 invece, come alternativa alla Marcia Reale, “La leggenda del Piave” venne suonata e cantata come Inno patriottico.

Il Canto degli italiani o meglio “Fratelli d’Italia” fu scelto come Inno Nazionale il 12 ottobre 1946, quando, dopo la seconda guerra mondiale, l’Italia diventò una repubblica.

Curiosità: Il Canto degli Italiani – Fratelli d’Italia debuttò il 10 dicembre del 1847 a Genova in occasione di una commemorazione della rivolta anti asburgica nel quartiere di Portoria.

L’autore di quella rivolta fu un ragazzo di nome Gian Battista Perasso detto Balilla.

Ricordiamo ora il testo, quello conosciuto e quello completo, che è, senza alcun dubbio alcuno, molto meno conosciuto.

TESTO

Fratelli d’Italia L’Italia s’è desta,

Dell’elmo di Scipio S’è cinta la testa.

Dov’è la Vittoria? Le porga la chioma,

Ché schiava di Roma, Iddio la cre ò.

Fratelli d’Italia L’Italia s’è desta,

Dell’elmo di Scipio S’è cinta la testa.

Dov’è la Vittoria? Le porga la chioma,

Ché schiava di Roma, Iddio la creò.

Stringiamci a coorte Siam pronti alla morte

Siam pronti alla morte, L’Italia chiamò.

Stringiamci a coorte Siam pronti alla morte

Siam pronti alla morte, L’Italia chiamò. SI.

Testo meno conosciuto

Noi siamo da secoli Calpesti, derisi,

Perché non siam popolo, Perché siam divisi.

Raccolgaci un’unica Bandiera, una speme:

Di fonderci insieme Già l’ora suonò.

Stringiamci a coorte Siam pronti alla morte

Siam pronti alla morte L’Italia chiamò

Uniamoci, amiamoci, l’Unione, e l’amore

Rivelano ai Popoli Le vie del Signore;

Giuriamo far libero Il suolo natìo:

Uniti per Dio Chi vincer ci può?

Stringiamci a coorte Siam pronti alla morte

Siam pronti alla morte L’Italia chiamò

Dall’Alpi a Sicilia Dovunque è Legnano,

Ogn’uom di Ferruccio Ha il core, ha la mano,

I bimbi d’Italia Si chiaman Balilla,

Il suon d’ogni squilla I Vespri suonò.

Stringiamci a coorte Siam pronti alla morte

L’Italia chiamò.

Son giunchi che piegano e spade vendute:

Già l’Aquila d’Austria Le penne ha perdute.

Il sangue d’Italia, Il sangue Polacco,

Bevé, col cosacco, Ma il cor le bruciò.

Stringiamci a coorte Siam pronti alla morte

Siam pronti alla morte L’Italia chiamò

Spiegazioni:

l’elmo di Scipio: L’Italia ha di nuovo sulla testa l’elmo di Scipio (Scipione l’Africano), il generale romano che nel 202 avanti Cristo sconfisse a Zama (attuale Algeria) il cartaginese Annibale. L’Italia è tornata a combattere.

Le porga la chioma: La Vittoria sarà di Roma, cioè dell’Italia. Nell’antica Roma alle schiave venivano tagliati i capelli. Così la Vittoria dovrà porgere la sua chioma perché sia tagliata, perché la Vittoria è schiava di Roma che sarà appunto vincitrice.

coorte: nell’esercito romano le legioni (cioè l’esercito), era diviso in molte coorti. Stringiamoci a coorte significa quindi restiamo uniti fra noi combattenti che siamo pronti a morire per il nostro ideale.

calpesti: calpestati

Raccolgaci: la lingua di Mameli è la lingua poetica dell’Ottocento. Questo raccolgaci in italiano moderno sarebbe ci raccolga, un congiuntivo esortativo che assimila il pronome diretto. Il significato è: ci deve raccogliere, tenere insieme.

una speme: altra parola letteraria e arcaica. Significa speranza. Non c’è però da stupirsi troppo se Mameli usa queste parole. Nella lingua delle canzonette di musica leggera intorno al 1950, queste parole si trovano ancora.

fonderci insieme: negli anni di Goffredo Mameli l’Italia è ancora divisa in molti staterelli. Il testo dice che è l’ora di fondersi, di raggiungere l’unità nazionale.

per Dio: doppia interpretazione possibile. Per Dio è un francesismo e quindi significa “da Dio”: se siamo uniti da Dio, per volere di Dio, nessuno potrà mai vincerci.
Certo è però che in italiano “per Dio” può essere anche una imprecazione, una esclamazione piuttosto forte. Che avrà mai voluto intendere Goffredo Mameli? Siccome aveva Vent’anni ci piace pensare che abbia voluto lui stesso giocare sul doppio senso (in fondo i suoi rapporti con il Vaticano non erano buonissimi, tant’è vero che è morto proprio a Roma dove combatteva per la Repubblica)

Dovunque è Legnano: ogni città italiana è Legnano, il luogo dove nel 1176 i comuni lombardi sconfissero l’Imperatore tedesco Federico Barbarossa

Ferruccio: ogni uomo è come Francesco Ferrucci, l’uomo che nel 1530 difese Firenze dall’imperatore Carlo V.

Balilla: è il soprannome del bambino che con il lancio di una pietra nel 1746 diede inizio alla rivolta di Genova contro gli Austro-piemontesi

I Vespri: Nel 1282 i siciliani si ribellano ai francesi invasori una sera, all’ora del vespro. La rivolta si è poi chiamata la rivolta dei Vespri siciliani

Le spade vendute: i soldati mercenari si piegano come giunchi e l’aquila, simbolo dell’Austria, perde le penne.

Il sangue polacco: L’Austria, alleata con la Russia (il cosacco), ha bevuto il sangue Polacco, ha diviso e smembrato la Polonia. Ma quel sangue bevuto avvelena il nemico.

(Fonte https://ilmarcopolo.com/fratelli-ditalia-inno-nazionale/)