Il mistero del Cristo Velato di Napoli 7 Luglio 2023 – Posted in: Lo Sapevi che – Tags: , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , ,

“La Scoperta Straordinaria dietro il Cristo Velato: un documento svela la verità che ha sfidato le leggende popolari!”

Da secoli, la Cappella Sansevero di Napoli custodisce il capolavoro senza tempo del Cristo Velato, affascinando estimatori e turisti provenienti da ogni angolo del globo. Ma è la straordinaria trasparenza del sudario che ha alimentato innumerevoli leggende sul misterioso committente di questa scultura.

Realizzata nel lontano 1753, l’opera è universalmente riconosciuta come una delle più grandi creazioni scultoree di tutti i tempi. Persino Antonio Canova, celebre artista dell’epoca, avrebbe dichiarato di essere disposto a sacrificare dieci anni della sua vita pur di essere stato l’autore di un capolavoro simile. Ma ciò che rende il Cristo Velato unico nel suo genere è la sua straordinaria trasparenza.

Nel corso dei secoli, il meraviglioso velo marmoreo che lascia stupefatti osservatori e studiosi è stato avvolto in un fitto mistero. Secondo una leggenda popolare, il committente dell’opera, Raimondo di Sangro, settimo principe di Sansevero, noto anche come scienziato e alchimista, avrebbe insegnato allo scultore la tecnica per trasformare il tessuto in cristalli di marmo.

Per più di duecentocinquant’anni, si è creduto erroneamente che la straordinaria trasparenza del sudario fosse il risultato di un processo alchemico di “marmorizzazione” eseguito dal principe. Si pensava che egli avesse posato un velo reale sulla statua, che nel tempo si sarebbe trasformato in marmo grazie a un processo chimico, dando vita all’opera d’arte che conosciamo oggi.

Ma grazie a studi accurati e ai documenti dell’epoca, finalmente il mistero è stato svelato. Giuseppe Sanmartino, lo scultore geniale dietro il Cristo Velato, avrebbe in realtà lavorato su un unico blocco di marmo.

Un documento risalente al 16 dicembre 1752, conservato presso l’Archivio Storico del Banco di Napoli, rivela un pagamento anticipato di cinquanta ducati all’artista napoletano, firmato dallo stesso Raimondo di Sangro (il costo totale della statua ammonta a cinquecento ducati).

Nel contratto, il principe scrive:

“E per me gli suddetti ducati cinquanta gli pagarete al Magnifico Giuseppe Sanmartino in conto della statua di Nostro Signore morto coperta da un velo ancor di marmo”.

Inoltre, in alcune lettere inviate al fisico Jean-Antoine Nollet e all’accademico della Crusca Giovanni Giraldi, Raimondo di Sangro descrive il sudario trasparente come “realizzato dallo stesso blocco della statua”, mentre il biografo del principe, Giangiuseppe Origlia, afferma che il Cristo è “completamente coperto da un lenzuolo di velo trasparente dello stesso marmo”.

Nonostante la scoperta, la leggenda persiste e l’incredibile trasparenza del sudario continua a nutrirla, affascinando e affascinando ancora oggi.

Matilde Serao, grande ammiratrice della scultura, ci restituisce una descrizione assai vivida del Cristo:

«Sopra un largo piedistallo è disteso un materasso marmoreo; sopra questo letto gelato e funebre giace il Cristo morto. È grande quanto un uomo, un uomo vigoroso e forte, nella pienezza dell’età. Giace lungo disteso, abbandonato, spento: i piedi dritti, rigidi, uniti, le ginocchia sollevate lievemente, le reni sprofondate, il petto gonfio, il collo stecchito, la testa sollevata sui cuscini, ma piegata sul lato dritto, le mani prosciolte. I capelli sono arruffati, quasi madidi del sudore dell’agonia. Gli occhi socchiusi, alle cui palpebre tremolano ancora le ultime e più dolorose lagrime. In fondo, sul materasso sono gettati, con una spezzatura artistica, gli attributi della Passione, la corona di spine, i chiodi, la spugna imbevuta di fiele, il martello […] E più nulla. Cioè no: sul Cristo morto, su quel corpo bello ma straziato, una religiosa e delicata pietà, ha gettato un lenzuolo dalle pieghe morbide e trasparenti, che vela senza nascondere, che non cela la piaga ma la mostra, che non copre lo spasimo ma lo addolcisce»

La firma dello scultore, infine, è apposta sul retro del piedistallo, sotto il materasso: «Joseph Sanmartino, Neap., fecit, 1753».

 

Il Significato dell’opera – Varie interpretazioni

Il significato del “Cristo Velato” è aperto a interpretazioni e può variare a seconda delle prospettive personali e delle credenze.

Tuttavia, ci sono alcune interpretazioni comuni che possono aiutarci a comprendere il messaggio che l’opera trasmette.

Innanzitutto, la scultura del “Cristo Velato” è considerata un capolavoro dell’arte barocca e dimostra una straordinaria maestria tecnica da parte di Sanmartino. Il velo di marmo semitrasparente che copre il corpo di Cristo rappresenta un’abilità straordinaria nel rendere la delicatezza e la leggerezza di un materiale così solido come il marmo.

Dal punto di vista simbolico, il velo può essere interpretato come un velo di tristezza e mistero che copre il corpo di Cristo, alludendo alla sofferenza e alla morte.

Alcuni vedono nel velo una rappresentazione del velo che si dice sia stato strappato nel Tempio di Gerusalemme al momento della morte di Cristo, simboleggiando la separazione tra l’umanità e la divinità.

Altri interpretano il velo come un simbolo di spiritualità e trascendenza. Rappresenta il confine tra il mondo materiale e quello spirituale, tra la vita terrena e l’aldilà. Indica che il Cristo è più di una figura umana e rivela l’essenza divina che si cela al di là delle apparenze fisiche.

Infine, alcuni vedono nel “Cristo Velato” un messaggio di speranza e redenzione. Il velo può essere interpretato come una promessa di rivelazione futura, quando il mistero della vita e della morte sarà svelato e l’umanità sarà pienamente riconciliata con la divinità.

In definitiva, il “Cristo Velato” è un’opera d’arte che invita alla riflessione e all’interpretazione personale. È un simbolo di grande bellezza e complessità, che offre molteplici livelli di significato a coloro che la contemplano.

La nostra interpretazione : una scultura che trascende la morte e risveglia la speranza!

Fissa lo sguardo sulla figura ipnotizzante di Cristo, disteso su un letto di marmo, con le ginocchia contratte, segnato dalla fatica e dal dolore.

La testa poggia su soffici cuscini, gli occhi semichiusi e sulle palpebre si intravedono lacrime tremolanti. Ogni volta che osservo questo capolavoro, un profondo senso di emozione mi assale. Ho visto persone piangere e inginocchiarsi in adorazione di fronte a questa statua.

Ma perché? Perché in questa scultura è racchiusa tutta la sofferenza umana, umiliata, colpita e trafitta.

Tuttavia, se osservi con attenzione, noterai un dettaglio che sfugge a molti. Sulla tempia di Cristo, una vena pare ancora pulsare, un ricordo persistente della vita. Guarda i suoi arti: rimangono tesi, come se fossero pronti a muoversi da un momento all’altro.

Ma perché? Perché questo straordinario capolavoro non raffigura, come molti credono, un uomo morente che ha appena esalato il suo ultimo respiro, bensì un uomo sul punto di risvegliarsi e di emetterne uno nuovo: quello della rinascita dopo la morte!

Il Cristo Velato custodisce un messaggio di speranza e redenzione, è il simbolo della rinascita alla quale l’anima può aspirare dopo aver attraversato la sofferenza (simboleggiata dalla Croce).

Ed è proprio per questo che il Cristo è velato. Il velo nasconde ai vivi i misteri dell’esistenza. Lo scultore sembra sussurrarti: cos’è la morte, se non un leggerissimo velo, quasi impalpabile, che aspetta solo di essere svelato?

Quale “signficato velato” vi ha colpito di più? Vi attendiamo numerosi nei commenti!

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