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BOB DYLAN – LA PLAYLIST PER IL SUO COMPLEANNO 24 Maggio 2022 – Posted in: Lo Sapevi che – Tags: , , , , , , , ,

Bob Dylan, la playlist per il suo compleanno: dieci canzoni per celebrarlo

Il menestrello di Duluth (dal nome della città del Minnesota che gli ha dato i natali) non è solo uno dei mostri sacri della musica mondiale ma un’icona culturale evergreen. Oggi compie 81 anni!

Parole, non solo musica: Dylan ha vinto il Nobel per la letteratura perché i suoi testi sono parte integrante della nostra cultura. Questa playlist va quindi ascoltata ma anche letta: è un modo per consentire al cantautore di entrare non solo nel nostro cuore o sotto la nostra pelle con la sua musica, ma anche nella nostra coscienza e nel nostro cervello con le sue, indispensabili, parole

Diamo per scontata una cosa: è impossibile, assolutamente impossibile, realizzare una playlist che celebri Bob Dylan che conti al suo interno meno di cinquanta canzoni. E anche quelle cinquanta non sarebbero, realisticamente, sufficienti per dare anche solo lontanamente l’idea della grandezza di Bob Dylan. Quindi, a dover essere sinceri, questa lista di dieci canzoni è solo, ragionevolmente, una delle molte liste di dieci canzoni che possono essere realizzare per provare a raccontare il suo universo musicale. E che non solo ognuno di noi comporrebbe questa lista in maniera diversa, ma il sottoscritto stesso tra dieci minuti avrebbe probabilmente modificato l’elenco, e poi lo avrebbe fatto ancora, un’ora dopo l’altra, cambiando idea a seconda del giorno, dell’ora, del clima e via discorrendo. C’è un Dylan, insomma, per ognuno di noi e c’è un Dylan diverso per ogni parte della nostra giornata. Anzi, ci dovrebbe essere più di un Dylan ogni giorno per ognuno di noi, per fare in modo che la giornata prenda il verso giusto. Sì, perché sono molti, troppi i motivi per cui una canzone o un’altra di “sua Bobbità” possono assumere importanza in fasi diverse della nostra vita quotidiana. Quindi prendete questa lista di “essenziali” come fosse solo la prima goccia di un calice che andrebbe bevuto ricolmo….

Like a rolling stone

La pietra sulla quale Dylan ha costruito un intero edificio musicale e ideale, la canzone con la quale, per convenzione, si dice che abbia “attaccato la spina”. Ad ascoltarla oggi sembra ancora incredibile, rivoluzionaria, modernissima, con Dylan preciso e tagliente mentre racconta la storia di una ragazza di buona famiglia che cade come una pietra che rotola, ma anche di una generazione in fuga che corre il rischio di perdersi.

The times they are a-changin’

Leggere il testo fa un po’ impressione oggi, pensando che era il 1963 quando la scrisse e che la cantò la sera che il Presidente Kennedy fu ucciso. E’ una fotografia lucida di tutto quello che sarebbe accaduto dal 1964 a in poi, la cultura giovanile, la rivoluzione del 1968, i cambiamenti sociali e politici degli anni seguenti, i giovani e il loro sogno di cambiare il mondo. Dylan aveva visto tutto, chiaramente e prima. E aveva avvertito, ‘i tempi stanno cambiando’. Chi altri è riuscito a fare tanto scrivendo, peraltro, una bellissima canzone?

Mr. tambourine man

Sì, l’avete ascoltata milioni di volte, la conoscete a memoria, è consumata, forse addirittura trita e ritrita. Forse. Perché se provate a riascoltarla ora, adesso se ce la fate, vedrete che non l’avevate mai ascoltata così. Perché Mr. Tambourine Man non è mai la stessa, non è mai uguale, ogni volta che provate a riascoltarla vi consegnerà qualcuno dei suoi infiniti segreti e vi troverete, come Dylan, a chiedere al signor Tamburino di suonare un’altra canzone e a volerlo seguire.

Murder most foul

Lo ha imparato da Allen Ginsberg, lo ha visto fare a Michael McClure, ha ascoltato decine di altri poeti farlo, mentre raccontavano le loro storie sulle note della musica, lo ha visto fare a Van Morrison quando si perdeva nel suo flusso di coscienza, tra chitarre e sassofoni. E lo ha fatto anche lui, tante volte. Ma questa è particolare, è unica, perché non è uguale a nessun’altra, perché Murder most foul è qualcosa di più di una poesia, qualcosa di più di una canzone, qualcosa di più di una novella, qualcosa di più di una performance. Dylan mette in scena le storie, la sua, le nostre, e ci gioca facendoci affondare in un salmodiare poetico che ci rapisce e ci porta nel cuore della vita e della Storia.

Not dark yet

Non c’è canzone più giusta per celebrare il “vecchio” Bob Dylan, che dall’alto dei suoi ottant’anni ci sovrasta con l’età, la saggezza, l’arte. Qui, però, ventiquattro anni fa, il cinquantacinquenne Dylan già immaginava l’attuale compleanno, nel 1997 guardava al 2021, ad un domani incerto, nel quale l’oscurità non è ancora arrivata ma verso la quale ci siamo avviati. Dice che il fardello che porta sulle spalle spesso è troppo pesante e tutti riusciamo a sentire quel peso assieme a lui.

Make you feel my love

Il cantautore impegnato, il profeta, il poeta e via discorrendo. Ma anche il grande, grandissimo autore di canzoni d’amore. Come questa, dove il testo non è complicato, non è misterioso, non è visionario. E’ una magnifica, semplice, diretta, indiscutibile canzone d’amore, che parla al cuore, con la lingua del cuore. E’ la semplicità che è difficile a farsi, la perfezione del dire quello che tutti immaginiamo di poter dire alla persona che amiamo. Su una musica che rende ogni parola più profonda e commovente. Pop.

Simple twist of fate

Si dice ogni tanto che ci sono canzoni che sono scritte come se fossero delle sceneggiature di un film. Simple twist of fate potrebbe cadere in quella categoria, un film adatto alla regia di Truffaut, magari, o ancor meglio di Godard, con quel continuo riferimento alla casualità che tutto può cambiare. E’ una delle più belle canzoni di Bob Dylan in assoluto, un brano che racchiude tutta la sua arte in quattro minuti e diciotto secondi.

Blowin’ in the wind

L’attualità di Blowin’ in the wind la dice lunga sulle capacità del genere umano nel risolvere, in temi non biblici, i suoi problemi. Sono solo nove domande, ma a nessuna ancora oggi è possibile dare una risposta definitiva. Possiamo però lamentarci del fatto che nella musica di oggi nessuno si pone più domande come queste e nessuno aspetta di ascoltare la risposta nel vento.

Hurricane

Non una canzone contro le ingiustizie, ma contro una singola ingiustizia, quella perpetrata contro Rubin “Hurricane” Carter, accusato ingiustamente di triplice omicidio. Si dice che le canzoni non cambiano il mondo, ma possono dare una mano. In questo caso la canzone di Dylan, un successo planetario, ha aiutato e molto, “Hurricane” Carter, che anni dopo è stato finalmente scarcerato. E anche se non fosse merito della canzone, ci piace credere che sia così, ogni volta che la ascoltiamo.

Knockin’ on heaven’s door

Dylan che fa finta di essere qualcun altro. Forse lo ha fatto spesso, forse sempre, si è nascosto dietro e dentro le canzoni, ci ha fatto vedere e credere cose che non erano vere, e nessuno di noi, alla fine, sa veramente lui chi sia. Quindi, ci sia permesso dire che una delle migliori versioni di se stesso è quella raccontata da questa canzone, in cui veste i panni del vecchio sceriffo Slim Pickens, che sta per morire tra le braccia della moglie nella bellissima scena in cui la canzone compare nel film di Sam Peckinpah Pat Garrett e Billy The Kid.Siamo certi di poter dire che è una delle canzoni a cui Dylan è più legato, visto che il whisky che produce e vende da qualche anno porta lo stesso nome. E di certo è una delle canzoni che chiunque, dagli otto agli ottant’anni, ama incondizionatamente.

 

(Fonte La Repubblica)