Iktsuarpok – Una strana emozione 15 Febbraio 2023 – Posted in: Parole – Tags: , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , ,

Iktsuarpok

“L’attesa delle persone amate non è una pausa: è un lavoro incessante, una fatica mostruosa, una lotta contro i peggiori dei pensieri. È uno spazio che si riempie di mostri.” (cit. Concita De Gregorio)

Il nostro mondo è pieno di culture completamente diverse dalla nostra ma che possono insegnarci davvero molto, scoprire il modo in cui racchiudono interi significati emotivi in poche sillabe può aprirci la mente e farci vedere il mondo da prospettive completamente diverse.

Oggi, per esempio, parliamo dalla parola Inuit “Iktsuarpok“.

Gli Inuit sono una popolazione indigena che vive dalla Siberia alla Groenlandia e per tutta la parte dell’America artica e subartica.

Sono quindi una popolazione che vive nel freddo gelido e conosce il significato della pazienza e dell’attesa del ritorno del calore, delle prede e di tanto altro ancora come dei cari usciti fuori nel vento, nella neve e nel cuore del gelido inverno.

Iktsuarpok vuol dire proprio questo: attesa, ma un’attesa febbrile, quella sensazione di guardare alla finestra l’arrivo di una persona cara di cui non si può fare a meno.

In poche sillabe questa popolazione racchiude quindi un misto di nostalgia e ansia e attesa per l’arrivo o il ritorno di qualcuno e ci si affaccia alla porta o alla finestra sperando di vederlo.

Quante volte pur sapendo che non era possibile, e che avevamo controllato pochi attimi prima, ci siamo affacciati sperando di veder comparire la persona che aspettavamo? Ebbene quello era l’Iktsuarpok.

In una regione così dura come quella dove vivono gli Inuit le assenze prolungate erano infatti segno di grande preoccupazione ed è per questo che hanno coniato una parola così bella e che si adatta, in realtà alle attese in tutto il mondo.

Ed ecco che improvvisamente scoprire parole da tutto il mondo ci rende in grado di dare un nome a delle emozioni che prima erano solo dentro di noi e che non sapevamo come esprimere.

“L’attesa è lunga/ il mio sogno di te non è finito.” (cit. Eugenio Montale)

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