GRAZIE – UNA PAROLA MERAVIGLIOSA 14 Dicembre 2022 – Posted in: Parole – Tags: , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , ,

Non una semplice parola : GRAZIE

Etimologia

Dal lat. GRATIAE, che riprende il francese CHARITES. Così furono dette dai Greci le tre figlie di Giove e Venere, dispensatrici dei doni costituenti la perfetta bellezza: dal bel colore, la giovinezza e la ilarità.

Tali qualità sono specificate coi nomi di Aglaia (aglaios, splendido), di Talia (da thallein, fiorire) e di Eufrosine (da éyfron, di mente sana).

“Grazie è la migliore preghiera che chiunque possa dire. Grazie esprime gratitudine estrema, umiltà, comprensione.”  (cit. Alice Walker)

Possiamo usare questa parola spesso nella nostra vita ma ci siamo soffermati a pensare davvero a cosa significa un “grazie” o a come la gratitudine sia davvero essenziale nella nostra vita? Un piccolo grazie ci permette di protenderci gli uni verso gli altri, di aprire i nostri spazi intimi e ci offre l’infinita possibilità di fare e ricevere del bene.

“Nessuno è più povero di colui che non ha gratitudine. La gratitudine è una moneta che possiamo coniare da soli, e spendere senza timore di fallimento. (cit. Fred De Witt Van Amburgh)

Un qualcosa che non dovremmo sottovalutare assolutamente!

Eppure, il significato della gratitudine è qualcosa di molto più grande, secondo Tommaso d’Aquino era una vera e propria realtà tutta umana, complessa ed estremamente variegata, tanto da potersi articolare su tre diversi livelli:

1. Il primo livello permette di riconoscere il beneficio che abbiamo ottenuto;

2. Il secondo livello consiste nel lodare e rendere grazie;

3. Il terzo livello consiste di restituire il favore nei tempi e nei modi possibili e secondo le nostre possibilità.

La gratitudine è quindi un sentimento che prevede un azione da entrambe le parte e poi un linguaggio per esprimerla liberamente.

L’essere umano è un qualcosa di estremamente complesso, come le emozioni che prova, ed è per questo che in diverse lingue troviamo diversi modi di esprimere un grazie.

Il primo livello

Le lingue, con i diversi modi di ringraziare, ne accentuano uno dei tre. Ad esempio, l’inglese thank you, il tedesco danke e l’olandese dank je derivano dall’arcaico thanc, che significa pensiero: queste lingue sottolineano il risultato dell’azione, concentrandosi quindi sul primo livello della gratitudine.

“Il sentimento di gratitudine è una delle espressioni più evidenti della capacità di amare. La gratitudine è un fattore essenziale per stabilire il rapporto con l’oggetto buono e per poter apprezzare la bontà degli altri e la propria.” (cit. Melanie Klein)

Il secondo livello

L’italiano grazie e lo spagnolo gracias derivano invece dal greco chàris, parola usata per indicare l’essere contento, lo stare bene.

Esaltano chi ha compiuto il gesto, orientandosi maggiormente verso il secondo livello.

Lo stesso vale per il francese merci, che etimologicamente significa pietà. Ma anche dalla lingua araba, per esempio, che con la sua espressione shukran, shukran jazylan ha un modo magnifico di richiamare alla mente il beneficio ricevuto e nel lodare il benefattore.

Il terzo livello

Infine, il terzo livello di gratitudine è riconosciuto dal portoghese obrigado che oltre a racchiudere naturalmente i primi due livelli espone subito il vincolo dell’obbligo di restituire il beneficio ricevuto, una gratitudine profonda che si intende trasformare in azione.

Le lingue che invece richiamano maggiormente il vincolo morale a ricambiare sono il portoghese con obrigado/a (participio del verbo obrigar, dal latino obligare) e il russo con blagodarju vas.

Un livello a parte…

Concludiamo questa rassegna con arigatô, il termine giapponese per dire grazie, perché?

A causadella complessità del concetto di gentilezza, in Giappone esistono molti modi per ringraziare: almeno 21.

Per questo motivo, non è possibile usare la stessa espressione di gratitudine in ogni contesto e con ogni persona: il giapponese distingue il ringraziamento in base al grado di conoscenza della persona a cui mostrare gratitudine: tra le espressioni più conosciute possiamo trovare ありがとうございます (arigatou gozaimasu), ovvero un cortese grazie.

Attenzione però..

In cinese Mandarino, xiè xiè (谢谢) non è sempre il termine adeguato a ringraziare, soprattutto quando si riceve un complimento: in queste situazioni bisogna mostrare modestia assoluta e dire na li na li (哪裡 哪裡), che equivale a grazie, sei troppo gentile.

Inoltre, se si viene lodati in gruppo, bisogna respingere il complimento dicendo bù, bù! (不不), ovvero no, no.

Sorprendentemente, la stessa logica della “finta modestia” vale anche negli stati americani del Midwest: da Chicago a Detroit, la convenzione sociale è quella di rifiutare gli apprezzamenti.

Tornando al Giappone, quando si ringrazia qualcuno è buona norma inchinarsi davanti a lui di 30°, tenendo le braccia lungo le gambe nel caso degli uomini, davanti a sé nel caso delle donne.

L’ojiji ha infatti delle regole ben precise: 15° se si tratta di un conoscente o un collega, 30° per le persone anziane, per i propri superiori e gli sconosciuti, 45° per chiedere scusa o in contesti molto formali.

Attenzione però a non esagerare con i complimenti: se si viene invitati a cena e si esprimono apprezzamenti sugli oggetti della casa, è possibile riceverne uno in regalo come ringraziamento per la visita: in tal caso bisogna accettare e praticare la forma più formale dell’ojiji.

“La gratitudine è non solo la più grande delle virtù, ma la madre di tutte le altre.” (cit. Cicerone)

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