NEGGHIA – UNA SIMPATICA PAROLA SICILIANA 12 Ottobre 2022 – Posted in: Parole – Tags: , , , , , , , , , , ,

Che cosa vuol dire “Negghia”?

“Se tu sarai stato del tutto inutile agli altri, sarai pure stato del tutto inutile a te stesso.” (cit. Arturo Graf)

La lingua siciliana ha tantissime sfumature di significato ed è una lunga molto bella proprio per questo, per la sua capacità di includere all’interno di una sola parola concetti molto ampi.

Questa regione ha un vocabolario pieno di parole che aspettano solo di essere scoperte e di cui, se non si è del luogo, non è facile capire il significato da soli.

Prendiamo, per esempio, la parola Negghia e le sue varianti neglia e niegghia cosa vuol dire?

Chi la conosce sa che non è qualcosa di troppo gentile da sentirsi rivolgere, andiamo a scoprire fino in fondo questa storia veramente interessante e curiosa su questa parola siciliana.

Questa parola viene rivolta da qualcuno a una persona completamente incapace di compiere qualsiasi tipo di azione, anche semplicissima, in questo caso il colorito dialetto siciliano paragona la persona a un oggetto di nessun tipo di utilità capace, nella vita, di occupare solo spazio.

In Sicilia questa parola viene utilizzato unicamente per indicare le cianfrusaglie inutili e di contesto anche le persone talmente incapaci da essere paragonati solo e unicamente a una cianfrusaglia di poco conto.

Una curiosità legata a questa parola?

Si usa a indicare anche la nebbia, qualcosa che in Sicilia con il suo sole e mare non solo non capita spesso ma è anche inutile e spesso pericolosa per le navi ecco perché sentirsi dire “Si na’ Negghia” non è proprio bello se ci si trova su questa splendida isola.

Questo ci dimostra, ancora una volta, come le parole dialettali italiane nascondano misteri da esplorare e come la Sicilia non sia solo un luogo di bellezze naturali ma anche di cultura e di saggezza popolare.

“La società dell’inutile trionfa alla fine di un processo folle che ha spinto l’industria a produrre beni superflui, come se lo scopo dell’uomo non fosse di essere e vivere in una società giusta, bensì quello di apparire; ed è proprio su questa esigenza che si fonda il grande dogma della contemporaneità: si ha successo se si appare.” (cit. Vittorino Andreoli)

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