MARS MISSION – PERSEVERANCE : THIS IS IT 18 Febbraio 2021 – Posted in: Momenti

Missione compiuta. Il rover Perseverance ce l’ha fatta: l’atterraggio sul suolo di Marte è andato a buon fine.

Il robottino della prima parte della missione che vede impegnate da qui al 2026 Nasa ed Esa ha fatto il proprio dovere, riuscendo ad arrivare sano e salvo sul Pianeta Rosso.

Grande emozione in tutto il mondo e tensione alle stelle, è davvero il caso di dirlo, fra gli scienziati ma anche fra i milioni di appassionati che hanno seguito la missione spaziale.

Mars Sample Return

L’atterraggio, ma sarebbe più corretto parlare di ammartaggio, di questa sera rappresenta un tassello di un programma spaziale più ampio che ha preso il via otto anni fa con la realizzazione proprio del rover e delle strumentazioni che Perseverance ha in dotazione.

La missione di Perseverance

Il rover avrà il compito di prelevare alcuni campioni di suolo marziano e riporli in specifici contenitori.

Nel 2026 su Marte sarà inviato un altro mezzo, dotato di bracci robotici i cui prototipi sono stati realizzati dalla sede di Leonardo di Nerviano, in provincia di Milano, che avrà l’incarico di recuperare i campioni lasciati da Perseverance sul Pianeta Rosso.

La terza parte del programma spaziale Mars Sample Return consisterà nel “trasporto” sulla Terra della capsula con i campioni.

Un grande contributo a questa fase della missione spaziale sarà fornito da Thales Alenia Space, società partecipata proprio da Leonardo. E una volta giunto a noi il suolo marziano? Si procederà con le analisi, che permetteranno di avere indicazioni precise sulla composizione del suolo e dell’atmosfera di Marte.

La missione della NASA è in preparazione da quasi otto anni.

A bordo del rover – oltre una tonnellata di peso e una spiccata somiglianza con Curiosity, sceso su Marte nel 2012 – vi sono strumenti più sofisticati di quelli di cui è dotato il fratello più vecchio.
Prima di tutto ci sono
 tre robot che raccoglieranno campioni di suolo e rocce marziane da lasciare lungo il percorso all’interno di contenitori sigillati che saranno raccolti nei prossimi anni da un altro rover che avrà però anche il compito di riportarli a Terra.

Poi c’è un radar per la scansione del sottosuolo (per rilevare eventuali sacche d’acqua) e un sistema per la “lettura” delle rocce, in grado di evidenziare eventuali tracce lasciate da microorganismi nel passato. L’obiettivo, naturalmente è quello di evidenziare tracce di vita fossile su Marte.

Come con Sojourner, il primo rover su Marte, come con MarCO, il primo Mars Cube One (CubeSat) arrivato nell’orbita del Pianeta Rosso con la sonda Insight, anche con Ingenuity si profila una prima volta: quella di verificare l’operatività di un apparecchio volante.

Nella “pancia” di Perseverance c’è un esperimento davvero unico: il Mars Helicopter Ingenuity, un vero e proprio drone elicottero da far volare a una quota minima attraverso la tenue atmosfera marziana. (Una curiosità, la parola Ingenuity è un cosiddetto falso amicodell’inglese: significa ingegnosità, non ingenuità).

L’elicottero è sostenuto da quattro pale in fibra di carbonio appositamente profilate per quell’atmosfera, azionate a coppie da due rotori coassiali controrotanti a 2.400 giri al minuto: l’elevato numero di giri è legato al tipo di atmosfera, molto rarefatta e composta da anidride carbonica.

L’alimentazione elettrica è assicurata da un piccolo pannello fotovoltaico posto proprio in cima, sopra le eliche. Per Ingenuity non sono previsti esperimenti scientifici: giusto qualche fotografia dall’alto, da un’altezza non superiore ai 3-5 metri. Se andrà tutto bene si proverà a sollevarlo di più.

Perché è stato scelto il nome Perseverance per il nuovo rover su Marte

La Nasa si è rivolta ancora una volta agli studenti americani che sono stati invitati a partecipare al concorso Name the Rover

Seguendo una tradizione iniziata nel 1997 con il concorso per dare un nome al robottino portato su Marte dalla missione Pathfinder,  la ​NASA, l’estate scorsa,  si è rivolta ancora una volta agli studenti americani che sono stati invitati a partecipare al concorso Name the Rover. Il concorso era aperto a studenti di ogni età, dalla scuola materna al liceo, e ha raccolto 28.000 proposte di nomi che sono arrivate insieme ad un breve testo dove viene spiegato il perché di una determinata scelta.

Un gruppo di volontari ha esaminato le proposte selezionando 155 semifinalisti ,tra i quali sono stati scelti i 9 possibili finalisti : Clarity, Courage, Endurance, Fortitude, Ingenuity, Perseverance, Promise, Tenacity and Vision. Alla fine la scelta è caduta su Perseverance, un nome proposto Alexander Mather, uno studente di scuola media della Virginia.

Il testo di accompagnamento è oggettivamente bellissimo e rivela una grande passione.

Se ci pensate, tutti i nomi dei rover marziani sono qualità degli esseri umani. Noi siamo sempre curiosi e cerchiamo opportunità. Abbiamo lo spirito e l’intuizione per esplorare la Luna, Marte e andare oltre. Ma, se i rover devono avere le qualità della razza umana, ci manca quella più importante: la perseveranza.

I valutatori non sono stati a fare le pulci al testo che mescola rover effettivi, come Curiosity,  Spirit e Opportunity, i cui nomi sono stati tutti scelti con la modalità del concorso, con InSight che è un lander, il cui nome è un acronimo  per INterior exploration using Seismic Investigations, Geodesy and Heat Transport, hanno piuttosto colto il bellissimo messaggio.

Quello che è stato chiamato fino a ieri Mars 2020, è ufficialmente diventato Perseverance e Alexander sarà invitato al lancio.

Aggiungo che il nome scelto assume un significato particolare se pensiamo che il mitico rover  Opportunity, ammartato nel gennaio 2004, ha finito la sua avventura marziana proprio mentre stava esplorando la valle della Perseveranza. È lì che si è dovuto arrendere alla tempesta di sabbia che, nell’estate del 2018, ha coperto Marte per mesi.

L’ultimo panorama inviato da Opportunity. L’immagine è un collage composto da 354 fotografie scattate dal rover tra maggio e giugno 2018.

Il  luogo giusto per terminare una missione storica ed il nome giusto per iniziarne un’altra che, non dimentichiamolo, oltre al rover Perseverance, che ha un aspetto simile a Curiosity, porterà su Marte il primo drone della storia dell’esplorazione planetaria.

(Fonti www.focus.it e www.agi.it)