7 SEGRETI INDIANI 23 Novembre 2021 – Posted in: Momenti – Tags: , , , , ,

«Il gran valore dell’intelletto indiano è l’essersi elevato alla coscienza dell’altezza del pensiero: alla separazione del soprasensibile dal sensibile, dell’universale dal moltiplice empirico, naturale ed umano: alla concentrazione dello spirito in se stesso, 

mediante la negazione di ogni esistenza finita e determinata. Questa potenza di astrazione e di negazione, questo puro concentrarsi in se stesso, questa soggettività assoluta, è come la forma universale dello spirito ariano.» (Bertrando Spaventa, Prolusione e introduzione alle lezioni di filosofia nella Università di Napoli, pag. 5, Stab. Tip. di Federico Vitale, 1861)

La filosofia indiana spazia in tutte le tematiche tradizionali della speculazione filosofica in senso lato, dall’epistemologia all’estetica, dalla filosofia della natura alla logica, dall’etica all’ontologia, ma è pur vero che, almeno a livello teorico, ogni speculazione indiana viene fatta risalire dai medesimi pensatori indiani a fini eminentemente pratici, vale a dire all’instradamento dell’essere umano su un cammino che conduca ai fini dell’uomo, tra i quali il più alto è la liberazione dalla sofferenza della condizione umana stessa. Per questo motivo, la interpretatio vulgata rappresenta la filosofia indiana come una filosofia “pratica”. Tuttavia, questo legame con la pratica in campi come la logica o l’estetica diviene un legame solo formale, e per così dire nominale.

I pensatori indiani vedevano la filosofia come una necessità pratica che doveva essere coltivata per capire come la vita potesse essere vissuta al meglio. È diventato normale per gli scrittori indiani spiegare come il loro lavoro filosofico possa servire i fini umani (puruṣārtha).

In estrema sintesi, quindi, il punto focale, cruciale,del pensiero indiano è la sua natura pratica e il suo modo semplice di vedere il mondo: essa si concentra soprattutto sul risolvere i problemi fondamentali della vita.

Vyacheslav Ruzov, ricercatore appassionato di culture orientali, ha deciso di condividere le sette cose che, secondo la filosofia indiana, dovresti tenere segrete e non rivelare mai.

Vediamo di conoscerle meglio, qui di seguito sono elencate senza un ordine di priorità:

I tuoi piani. Non raccontare a tutti i tuoi piani per il futuro a breve o lungo termine. Evita di discutere con altri sui tuoi progetti che, se esposti, potrebbero essere criticati da chi non li capisce o non sa come elaborare i propri.

Atti caritatevoli. Realizzare un atto di carità è gratificante, ma lo è ancora di più se te lo tieni per te. Non è necessario raccontarlo a tutti o, peggio ancora, vantarsi di averlo fatto. Il tuo atto deve restare nel tuo cuore: è lì che si converte in tesoro e arricchisce l’anima.

Vita austera. Non è necessario raccontare agli altri, ad esempio, i cambiamenti di alimentazione. L’austerità fa bene fisicamente e spiritualmente, quando si trova in armonia con coerenza e umiltà.

Atti eroici. Può capitare di trovarci in situazioni limite, così come può capitare di essere di aiuto a chi si trova in situazioni limite. Queste prove alle quali la vita ci sottopone devono arricchire il nostro spirito, e per questo non vanno raccontate.

Spiritualità. È tutto ciò che concerne lo spirito o la religione: è il nostro modo personale di conoscere Dio. Questo aspetto di noi stessi è anche molto personale.

Conflitti familiari. Parlare con altre persone di queste difficoltà può allontanarti dalle possibili soluzioni, spesso indebolendo le relazioni che abbiamo con i nostri cari. Solo il dialogo tra i membri di una famiglia può migliorare le relazioni.

Commenti negativi. È molto probabile, durante la giornata, di ascoltare commenti negativi su persone che conosci. Non rispondere e non cadere nella tentazione di sparlare degli altri.

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