LA PORTA ALCHEMICA – IL PIU’ GRANDE MISTERO DI ROMA 7 Settembre 2022 – Posted in: Lo Sapevi che – Tags: , , , , , , , , ,

La Porta Magica

In Piazza Vittorio Emanuele (zona dell’Esquilino).

In passato era territorio periferico rispetto alla città, dove trovavano dimora i facoltosi romani. Così fece nella metà del 1600 Massimiliano Palombara, marchese di Pietraforte.

Villa Palombara era la sua tenuta, che sorgeva all’incirca dove oggi sorge la piazza, della quale rimane una sola testimonianza: la Porta Magica o Porta Alchemica.

La Porta Alchemica, detta anche Porta Magica o Porta Ermetica o Porta dei Cieli, è un monumento edificato tra il 1655 e il 1681 da Massimiliano Savelli Palombara marchese di Pietraforte (1614-1685) nella sua residenza, villa Palombara, sita nella campagna orientale di Roma sul colle Esquilino, più o meno in corrispondenza dell’odierna piazza Vittorio Emanuele II, nei cui giardini oggi è stata collocata.

La Porta Alchemica è l’unica sopravvissuta delle cinque porte di villa Palombara. Sull’arco della porta perduta sul lato opposto vi era un’iscrizione che permette di datarla al 1680; vi erano poi altre quattro iscrizioni perdute sui muri della palazzina all’interno della villa.

Tutto intorno, inciso nel travertino, reca simboli, formule e versi che conducono al mondo dell’alchimia. Il marchese Palombara infatti, come molti signori acculturati dell’epoca, era interessati al mondo alchemico ed esoterico, ed era membro dell’ordine dei Rosacroce.

Frequentava sovente il salotto dell’ex regina di Svezia Cristina, che dopo aver abdicato si trasferì a Roma dove fondò una vera e propria accademia alchemica.

LEGGENDA

Secondo la leggenda, trasmessaci nel 1802 dall’erudito Francesco Girolamo Cancellieri, un pellegrino chiamato stibeum (dal nome latino dell’antimonio) fu ospitato nella villa per una notte. Costui, identificabile con l’alchimista Francesco Giuseppe Borri, trascorse quella notte nei giardini della villa alla ricerca di una misteriosa erba capace di produrre l’oro.
Il mattino seguente, inseguito dalle guardie papali, fu visto scomparire per sempre attraverso la porta, ma lasciò dietro di sé alcune pagliuzze d’oro, frutto di una riuscita trasmutazione alchemica, e una misteriosa carta piena di enigmi e simboli magici che doveva contenere il segreto della pietra filosofale.
Lasciò dietro di sé anche una serie di appunti, che il marchese fece scolpire sullo stipite della porta.

Il marchese cercò inutilmente di decifrare il contenuto del manoscritto con tutti i suoi simboli ed enigmi, finché decise di renderlo pubblico facendolo incidere sulle cinque porte di villa Palombara e sui muri della magione, nella speranza che un giorno qualcuno sarebbe riuscito a comprenderli. Forse l’enigmatica carta potrebbe riferirsi, per concordanze storiche e geografiche, attraverso il passaggio di mano fra alcuni appartenenti al circolo alchemico di villa Palombara, al misterioso manoscritto Voynich, che faceva parte della collezione di testi alchemici appartenuti al re Rodolfo II di Boemia e donati da Cristina di Svezia al suo libraio Isaac Vossius, finiti nelle mani dell’erudito Athanasius Kircher, uno degli insegnanti del Borri nella scuola gesuitica.

Conoscevate questa leggenda della porta alchemica? Scrivete nei commenti le vostre riflessioni!