FERNWEH – LA NOSTALGIA DELLA LONTANANZA 13 Ottobre 2022 – Posted in: Parole – Tags: , , , , , , , , ,

Una Parola  intraducibile in italiano: Fernweh

“Mi prese di nuovo la sensazione di dover fuggire. Lo voglio definire una nostalgia al contrario (Heimweh), un desiderio verso l’ampio invece dell’angusto. Stetti lì, il fiume meraviglioso di fronte a me scorreva così teneramente e amorevolmente verso l’esteso e ampio paesaggio. “(Goethe: Campagna di Francia)

Fernweh, traducibile come “nostalgia della lontananza”, è un’espressione comune della lingua tedesca che descrive il desiderio umano di lasciare le circostanze conosciute (della quotidianità) ed aprirsi al vasto mondo esterno. La parola Fernweh, letteralmente, sta per il contrario di Heimweh (nostalgia, il desiderio della patria o della casa).Parole specifiche come HeimwehWanderlust o Fernweh con le loro connotazioni non trovano sempre degli esatti equivalenti in altre lingue e culture per il fenomeno dell’intraducibilità.

Hanno quindi un ruolo importante nello studio della lingua tedesca come lingua straniera.

fernweh

Le lingue sono davvero curiose, ci portano a scoprire sempre nuove cose e non è mai possibile dire di sapere tutto. All’interno del viaggio tra le parole più strane ed evocative del mondo la lingua tedesca è tra le più interessanti, per esempio, cosa vuol dire Fernweh?

Il significato di questa parola stupirà davvero tutti, sapete l’istinto che portò Bilbo Baggings a lasciare la Contea e a partire per un avventuroso viaggio? Ebbene possiamo tranquillamente catalogarla come voglia di scoprire, di vivere avventure nuove, una certa Fernweh.

In italiano; infatti, questa parola può essere tradotta come nostalgia dell’altrove, un qualcosa di indefinibile e con due concetti che sebbene sembrino cozzare ovvero nostalgia che di solito richiama qualcosa che si conosce e che ci manca e altrove ovvero l’ignoto richiamano un sentimento tipico di tutti noi e di chi ha l’anima vagabonda.

Chi ha il Fernweh ha quindi un senso di nostalgia, di desiderio profondo di viaggiare, di scoprire cose nuove e trovarsi ovunque tranne che nel luogo dove sta.

Origine del termine

L’origine di questa parola così particolare è da attribuire al principe Hermann von Pucker-Muskau che la coniò e la usò nelle sue narrazioni autobiografiche dei viaggi. Qui il principe ci dice come
non avesse mai sofferto di nostalgia di casa ma di nostalgia per l’ignoto per un nuovo viaggio, per ritrovare la bellezza della scoperta.

Per i tedeschi che hanno parole davvero bellissime che racchiudono concetti estesi in poche semplici sillabe la voglia di viaggiare è innata e davvero forte tanto che nella cittadina di Hof, in Baviera, esiste addirittura un Fernwehpark dove chi sogna avventure e viaggi lontani può avventurarsi per trovare le indicazioni e i segnali stradali che portano a ogni luogo della terra così da lasciar  galoppare la fantasia.

“Un viaggio non inizia nel momento in cui partiamo né finisce nel momento in cui raggiungiamo la meta. In realtà comincia molto prima e non finisce mai, dato che il nastro dei ricordi continua a scorrerci dentro anche dopo che ci siamo fermati. È il virus del viaggio, malattia sostanzialmente incurabile”(Ryszard Kapuscinski)

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