Sindrome di Stendhal: quando l’arte sconvolge l’anima 2 Maggio 2024 – Posted in: Lo Sapevi che – Tags: , , , , , , , , , ,

Sindrome di Stendhal

“La bellezza dell’arte può generare emozioni così intense da farci sentire come se stessimo vivendo un’esperienza al di là della realtà stessa.” (cit. Simon Schama)

La bellezza può destabilizzare, alle volte non è facile capire come artisti ed esseri umani siano capaci di dare vita a qualcosa di così unico e straordinario come un dipinto, una statua, un’opera di architettura e molto molto altro.

In alcuni casi esistono persone che di fronte a bellezze come Il David di Michelangelo o La Notte Stellata di Van Gogh possono rimanere così colpite da avere una scarica tale da generare confusione.

La sindrome di Stendhal è un disturbo psicologico transitorio che può verificarsi quando un individuo viene esposto ad un’arte straordinariamente bella o intensa.

Florida, insegnante licenziata per aver mostrato il David di Michelangelo ai suoi studenti - la Repubblica

Questa sindrome prende il nome dallo scrittore francese Stendhal, fu proprio lo scrittore il primo a descriverla parlando della sua esperienza mentre visitava la Basilica di Santa Croce a Firenze che disse:

Mi pareva che il mio spirito si fosse uscito dal mio corpo per entrare in quello di un’altra persona.”

Notte stellata - Wikipedia

Come si manifesta e si riconosce questa sindrome?

Vediamolo insieme per avere un quadro ancora più chiaro di quanto l’arte possa essere meravigliosa e terrificante al tempo stesso per chi l’ammira.

La sindrome di Stendhal si manifesta attraverso sintomi come vertigini, palpitazioni, sudorazione, ansia, confusioni mentali e sensazioni di svenimento.

Questi sintomi sono causati da una forte eccitazione emotiva che può sopraffare la capacità del cervello di elaborare le informazioni sensoriali, una vera e propria scarica emotiva e sensoriale data dalla bellezza intensa percepita in alcune opere d’arte. In alcuni casi, la sindrome può persino portare a sintomi psicotici transitori.

La sindrome di Stendhal è stata descritta per la prima volta negli anni ’80 del XIX secolo e da allora è stata oggetto di numerosi studi e dibattiti tra gli esperti.

Molti ritengono che sia un fenomeno molto raro e che la maggior parte dei casi non siano in realtà veri disturbi psicologici, ma piuttosto reazioni emotive normali di fronte a opere d’arte straordinarie.

Ecco un tassello in più del nostro mondo da conoscere e che ci permette di dare voce a delle sensazioni che possiamo portarci dentro senza conoscerne il nome e il motivo.

“La bellezza ferisce, la bellezza stanca, la bellezza irrita.” (cit. Umberto Eco)

5 Curiosità sulla Sindrome di Stendhal:

1. Non è così rara come si pensa: Sebbene sia spesso descritta come un fenomeno eccezionale, alcuni studi suggeriscono che la sindrome di Stendhal potrebbe colpire fino al 16% dei visitatori di musei e gallerie d’arte.

2. Non è un disturbo mentale: La sindrome di Stendhal non è ufficialmente riconosciuta come un disturbo mentale nel DSM-5 (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali). È piuttosto considerata una risposta emotiva intensa e transitoria all’esposizione a un’arte straordinariamente bella.

3. Può colpire chiunque: Non esiste un profilo specifico di persone più predisposte alla sindrome di Stendhal. Può colpire persone di qualsiasi età, sesso, nazionalità e background culturale.

4. I sintomi possono variare: Oltre ai sintomi fisici comuni come vertigini, palpitazioni e sudorazione, la sindrome di Stendhal può anche causare esperienze più intense come allucinazioni, derealizzazione e depersonalizzazione.

5. Non esiste una cura specifica: La sindrome di Stendhal di solito si risolve spontaneamente una volta che la persona si allontana dall’opera d’arte che ha scatenato la reazione. In alcuni casi, potrebbe essere necessario un breve riposo o un consulto medico se i sintomi sono particolarmente gravi.

Bonus: La sindrome di Stendhal non è l’unico esempio di una forte risposta emotiva all’arte. Esistono altri fenomeni simili, come la “sindrome del rapimento” o la “sindrome di Firenze”, che descrivono intense esperienze emotive legate a specifiche opere d’arte o luoghi.

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