Come Si Dormiva nel Medioevo: Abitudini Notturne 8 Aprile 2024 – Posted in: Lo Sapevi che – Tags:

Come si dormiva nel Medioevo?

“Il sonno è la tua riserva di carburante quotidiana. Non puoi funzionare senza una quantità adeguata di combustibile.” (cit. Ralph Waldo Emerson)

La curiosità è una delle forme di intelligenza umana più discusse e tra le più note.

Per esempio, vi siete mai chiesti come dormiva la gente nel corso delle epoche passate?

Le loro abitudini notturne possono sembrare strane ai nostri occhi moderni, eppure potrebbero gettare una nuova luce sul nostro modo di concepire il sonno. Prima dell’avvento dell’illuminazione artificiale, le persone non seguivano esattamente gli stessi ritmi che osserviamo oggi e, se ci fermiamo a riflettere, è assolutamente logico che sia così.

Prendiamo ad esempio il periodo medievale: invece di dormire in un’unica sessione, i nostri antenati spesso dividevano la notte in due fasi di riposo distinte. Secondo diverse ricerche scientifiche, prima dell’era dell’elettricità, l’umanità tendeva a praticare il sonno bifasico.

Le persone si coricavano poco dopo il tramonto, si svegliavano per un breve periodo di veglia nel cuore della notte e poi tornavano a dormire fino al mattino. Durante questi momenti di veglia notturna, era comune svolgere attività come lo studio, la preghiera o persino l’intimità con il partner.

Ma come si organizzava questa pratica nel contesto medievale europeo? Pare che le fasi del sonno avessero una durata simile, con le persone che si svegliavano poco dopo la mezzanotte prima di tornare a riposare.

Tuttavia, non tutti seguivano gli stessi orari: chi si coricava più tardi si alzava dopo il sonno iniziale, mentre chi si coricava dopo la mezzanotte si svegliava solo all’alba.

E come si svolgevano le notti medievali in termini di socializzazione e ambiente? Contrariamente alle abitudini moderne di dormire separatamente, nel Medioevo le persone spesso condividevano il letto con parenti stretti, servitori e, a volte, anche sconosciuti. Questo comportava non solo la condivisione di spazio con altre persone, ma anche con insetti come cimici e pidocchi, alle volte con gli animali della stalla, tutte cose che oggi considereremmo ripugnanti.

“Dormire è bello. Almeno, lo penso sempre quando sono sveglio e stanco.” (cit. Jarod Kintz)

Tuttavia, non mancavano del tutto i comfort durante il sonno nel Medioevo. Chi poteva permetterselo dormiva su materassi imbottiti di paglia o piume, mentre i meno fortunati si arrangiavano con piante di erica o addirittura dormivano direttamente sul pavimento.

Ma forse ancora più interessante delle condizioni fisiche del sonno nel Medioevo erano le rigide convenzioni sociali ad esso associate. Ogni persona aveva un posto specifico nel letto, con le bambine di solito posizionate più vicine al muro, seguite dalla madre e dal padre, poi dai figli maschi e infine dalle persone estranee alla famiglia.

Inoltre, si evitava il contatto fisico e l’eccessivo movimento durante il sonno, seguendo precise norme di comportamento notturno.

Queste pratiche non erano esclusive dell’Europa medievale; prove indicano che il sonno bifasico era praticato in tutto il mondo.

Ad esempio, le narrazioni di viaggiatori come il sacerdote francese del XVI secolo André Thevet descrivono abitudini simili tra le popolazioni indigene del Brasile.

In conclusione, esaminare le abitudini di sonno del passato può offrire uno sguardo affascinante sulle differenze culturali e sociali nel rapporto con la notte e il riposo. Forse ciò che consideriamo normale oggi potrebbe sembrare altrettanto strano ai nostri antenati medievali.

“Il sonno è quella cosa che fa sembrare tutto accettabile, tranne il fatto che ti stai addormentando.” (cit. George Carlin)

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