Ojmjakon: la vita incredibile nel villaggio più freddo del mondo 24 Aprile 2025 – Posted in: Lo Sapevi che – Tags: #AdattamentoUmano, #ClimiEstremi, #CulturaYacuta, #CuriositàDalMondo, #FreddoEstremo, #LuoghiEstremi, #Ojmjakon, #PopoliDelGelo, #RussiaSconosciuta, #ScoperteCuriose, #Siberia, #TradizioniEstreme, #ViaggiInsoliti, #VillaggiRemoti, #VitaEstrema
Ojmjakon: dove l’inverno non finisce mai
Nel cuore della Siberia orientale, incastonato tra le montagne della Repubblica di Sacha (Jacuzia), si trova Ojmjakon, un villaggio che ospita circa 800 abitanti e detiene un primato estremo: è il luogo abitato più freddo della Terra. Qui, vivere significa adattarsi a condizioni che sfidano ogni logica: inverni eterni con medie di −50 °C, tubature inesistenti e bambini che vanno a scuola fino a −55 °C.
Ma come si può sopravvivere in un luogo tanto ostile? Gli yacuti, popolo fiero e resistente, hanno fatto del gelo il loro alleato.
15 curiosità su Ojmjakon che non conoscevi
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Temperatura record: il 6 febbraio 1933 furono registrati −67,7 °C, una delle più basse temperature mai toccate sulla Terra.
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Nessun impianto idrico: non esistono tubature d’acqua. L’acqua si ottiene sciogliendo blocchi di ghiaccio.
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Il latte si vende a cubetti: essendo sempre congelato, viene conservato in forma solida.
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Bagni esterni: i servizi igienici si trovano fuori casa, in appositi spazi gelidi.
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Garage vitali: le auto restano accese tutto il giorno, anche da ferme, per evitare che si congeli il motore.
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Pesca nel ghiaccio: i fiumi vengono bucati col trapano per pescare sottoterra, spesso a mani nude.
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Allevamenti adattati: si allevano cavalli yacuti, renne e cani da slitta, tutte razze resistenti al gelo.
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Bambini a scuola fino a −55°C: le lezioni si annullano solo oltre questa soglia.
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Vestiti in pelliccia: la lana non basta. Gli yacuti indossano pellicce tradizionali di renna o volpe.
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Abitazioni coibentate: le case sono isolate con doppi o tripli strati di legno e feltro.
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Solo 3 ore di luce in inverno: la luce solare è rara e fioca. In estate invece si ha luce quasi costante.
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Tecnologie limitate: smartphone e dispositivi si spengono rapidamente al freddo estremo.
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Dieta calorica: la cucina locale è ricca di grassi animali, pesce congelato e carne cruda marinata.
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Nessun turismo di massa: pochi coraggiosi visitano Ojmjakon, spesso attratti dal mito dell’estremo.
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Mentalità resiliente: gli abitanti considerano la loro vita “normale” e sono fieri della propria identità glaciale.
Uno stile di vita fuori dal tempo
Ojmjakon non è solo un luogo freddo: è una prova vivente dell’adattabilità umana. Qui il freddo è onnipresente, ma anche la solidarietà, la forza e l’ingegno del popolo yacuto.
Chi nasce in questi luoghi non teme il gelo, lo rispetta.
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