Trump: dazi e matematica che non torna 4 Aprile 2025 – Posted in: Momenti – Tags: , , , , , , , , , , , , , ,

Quando la matematica mente: l’errore sistemico nei dazi di Trump

Negli ultimi mesi, l’amministrazione Trump ha rispolverato il tema dei dazi reciproci con una formula “scientifica” fornita dall’USTR (Ufficio del Commercio USA).

I dazi sono imposte applicate sulle merci importate o esportate tra Stati. Servono a proteggere l’economia interna, regolando il commercio estero.

Il termine “dazio” deriva dal latino dationem, che significa “consegna” o “pagamento”, riferendosi all’obbligo di versare una somma per il transito delle merci.

Ma dietro i numeri “raccontati”, si nasconde un errore logico che ogni economista dovrebbe denunciare.

La formula è la seguente:


∆Importazioni = ∆τ × ε × φ × m

dove:
• ∆τ = variazione del dazio
• ε = elasticità della domanda (fissata a 4)
• φ = pass-through (fissato a 0,25)
• m = importazioni totali

Il modello ignora del tutto gli effetti di equilibrio generale, il tasso di cambio e le dinamiche settoriali. Parametri scelti ad hoc, senza robusta validazione empirica, per sostenere un impatto esagerato dei dazi.

Ma il vero problema non è solo tecnico. Trump propone un metodo semplicistico:

Dazio = deficit commerciale bilaterale / importazioni dal paese

Con questo calcolo:
Cina = 291,9 mld / 433,8 mld = 67%
Europa = 235,6 / 605,8 = 39% → dazio imposto: 20%

Un errore concettuale. Il deficit commerciale non misura ingiustizia. Riflette preferenze dei consumatori, risparmio, produttività, tasso di cambio. Non è una “colpa da punire”.

I dati lo confermano:

• La UE tassa i beni USA in media al 4,8% (OMC), non il 39%.
• Gli USA incassano più dazi sull’UE (7 mld) di quanti ne subiscano (3 mld).
• I dazi del 300% sul Canada? Si applicano solo se si supera una soglia mai raggiunta dal 2020 (accordo firmato… proprio da Trump).
• Ciliegina: 10% di dazi su Heard Island e McDonald Islands, isole disabitate popolate da pinguini.

Questo approccio spettacolare ma infondato non è economia. È propaganda numerica.

Usare la matematica per legittimare decisioni politiche è una distorsione pericolosa. Le formule servono a leggere la realtà, non a deformarla.

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