APRÌLE O ÀPRILE? 1 Aprile 2021 – Posted in: Parole

Qualche tempo fa abbiamo avuto una piacevolissima e garbata discussione con un PIM che si è sentito preso in giro da un nostro post.

Secondo il nostro accusatore, lo avremmo additato al pubblico ludibrio, perché siamo in cerca di pubblicità e punti per fare acquisti online o qualche altra farneticazione del genere.
Peccato che il signore in questione, non era riuscito a scrivere in modo corretto praticamente nulla nella sua offerta di lavoro.

  Tocca sape comunica fra, ssi capitu!  

Quando incontrate una persona sconosciuta, la seconda cosa che viene notata dopo il vostro aspetto, è quello che esce dalla vostra bocca quando parlate.
Probabilmente il nostro PIM, prima di scrivere si è dimenticato del famoso aforisma attribuito ad Abramo Lincoln

Meglio tacere e passare per idioti che parlare e dissipare ogni dubbio.

Codesto signore sembra aver dimenticato anche le parole di Caio Tito

  verba volant, scripta manent  

Nonostante la recente introduzione del diritto all’oblio, da qualche parte, rimarrà sempre traccia delle bestialità scritte.

  è fatta fra!  

danger

Abbiamo deciso di utilizzare un immagine che spopola in rete, per far capire a tutti, con un esempio lapalissiano, l’importanza di una corretta comunicazione, sia scritta, sia parlata.
In questo caso siamo andati anche oltre in quanto si tratta di una sottigliezza sul posizionamento degli accenti.
L’immagine incriminata è il famoso accavallo senza intimo della signora Stone in Basic instinct del 1992. Alcuni simpatici giovini hanno giocato un poco con la lingua italiana, per esortare la signora Stone a divaricare le gambe. L’immagine è corredata dalla seguente dicitura:

  APRILE  
  non è un mese, ma è una  
  Supplica!  

Veniamo al sottile giochino di codesti buontemponi, nevvero!
Aprile, dal latino aprìlis, quarto mese dell’anno nel calendario giuliano e gregoriano, foneticamente diventa

  a-prì-le  

Questi novelli goliardi della rete si sono presi la licenza poetica di collegare la seconda persona del verbo aprire, apri, con le, il plurale del pronome personale la. Utilizzato in espressioni colloquiali in funzione di soggetto o di oggetto, con riferimento generico a una situazione, a una realtà, a un fatto (vedi Treccani).
Nel caso specifico sarebbe come dire: apri le gambe. Con il piccolo calembour il tutto diventa

  à-pri-le  

La parola è la stessa ma tutto dipende dalla posizione dell’accento.
Pensateci bene, nessuno di voi si sognerebbe di utilizzare,   a-prì-le   per incentivare una donna ad una maggiore collaborazione. Sempre se non esiste qualche perversione a noi ignota legata ai mesi del calendario.
Così come, nessuno di voi si sognerebbe di rispondere alla domanda, che mese è? Con   à-pri-le  .
Basta solo spostare un accento per cambiare completamente il senso, figurarsi scriverne un altro!
Altro piccolo esempio, forse ancora più sottile, la sostituzione dell’accento, l’acuto con il grave o viceversa.
Prendiamo ad esempio la pesca, in base alla posizione dell’accento cambia completamente il significato della parola.
Pesca ‹pésca›: L’attività o il ricavato relativo alla ricerca e cattura degli animali che vivono in ambiente acquatico (soprattutto a scopo alimentare).
Pesca ‹pèsca› Il frutto del pesco nelle sue numerose varietà.
In questo caso l’accento cade sulla stessa lettera ma il primo è acuto     é     mentre l’altro è grave     è    .
Tutti conosciamo la differenza, ma se la pronunzia dell’accento è sbagliata, sarà ben difficile che il nostro interlocutore riesca a capire di cosa stiamo parlando.
Provate a fare una ricerca su internet con pesca, otterrete risultati per entrambi i significati.

Rivolgiamo un accorato appello a tutte quelle persone, soprattuto ai lombardi e ai loro emuli, che hanno la cattiva abitudine dell’inversione di accentatura, utilizzando un accento grave invece di quello acuto, come ad esempio:
perchè invece di perché.
Smettete per favore. Grazie!
(Fonte bit.ly/3sL7s4f)