IL MACABRO PROCESSO AL PAPA FORMOSO 22 Gennaio 2021 – Posted in: Momenti

Il macabro processo al cadavere decomposto di un Papa

Formoso è stato il 111º papa della Chiesa cattolica dall’891 alla sua morte. Vissuto in uno dei momenti più difficili della storia del papato, la memoria di questo pontefice è collegata al macabro Sinodo del cadavere.

Tutto quello che vi racconterò è realmente accaduto, anche se a molti potrebbe ricordare un buon romanzo storico. Correva l’anno 872 quando al soglio che fu di Pietro salì Giovanni VIII, esponente della fazione filo-francese che da tempo combatteva idealmente e materialmente l’opposizione filo-germanica. Chi appoggiava i francesi, nella versione moderna del termine, era favorevole alla politica imperiale dei carolingi. In contrapposizione a questa fitta schiera vi erano importanti personaggi che perseguivano una politica filo-germanica volta a favorire il Re dei Franchi orientali, la parte germanica del dissolto impero carolingio. Tra gli esponenti di questa fazione vi era un vescovo che sarebbe salito, anni dopo, al trono della cristianità, il suo nome era Formoso. Quello stesso vescovo, dopo l’elezione di un papa filo-francese, decise di fuggire da Roma, con molti fedeli al seguito. Nel corso della primavera dell’anno 876 i problemi scoppiarono in tutta la loro brutalità nel cuore della città eterna. Papa Giovanni VIII decise di convocare un concilio. L’adunata della cristianità si svolse all’interno delle mura del tempio di tutti gli Dei, il Pantheon. Durante lo svolgimento dei lavori il papa richiamò Formoso ed i suoi seguaci a Roma, pena la scomunica. Nessuno fece ritorno entro le mura della città. Il 30 giugno Giovanni VIII scagliò contro queste persone la sua collera, oltre alla scomunica promessa all’interno del Pantheon.
Due anni dopo durante un concilio a Troyes diretto dallo stesso pontefice, Formoso ottenne che gli fosse revocata la scomunica a patto di ridursi allo stato laicale e di non fare ritorno a Roma. Ma perché le promesse siano mantenute ci vuole del tempo. In questa situazione si giunse all’anno 882, quando Papa Giovanni VIII morì. Gli successe Marino I, che decise di sciogliere Formoso da ogni impegno assunto in precedenza. Il vescovo fu riconfermato a capo della diocesi di Porto, nelle vicinanze di Roma. Alla morte di Marino I si succedettero diversi papi sino all’importante elezione di Stefano V. Questo pontefice fu protagonista del caos politico e sociale che scoppiò dopo la destituzione di Carlo il Grosso, aprendo di fatto il dominio delle famiglie patrizie su Roma. La disgregazione dell’impero portò Berengario del Friuli e Guido II di Spoleto a contendersi l’Italia. Nell’anno 891 Stefano V incoronò Guido II imperatore. Il 6 ottobre dello stesso anno Formoso fu eletto Papa, con l’aiuto dei germanici. L’elezione avvenne derogando la norma secondo la quale un vescovo non potesse salire al soglio di Pietro. L’elezione di Formoso avvenne, anche, grazie all’aiuto di Arnolfo di Carinzia, Re dei Franchi orientali. Formoso, uomo di scarso polso, rinnovò la corona di Guido II, sapendo che l’azione avrebbe scatenato rivolte nella città eterna a causa delle continue scorribande di Guido all’interno dei confini dello stato pontificio.
Nell’anno 894 morì Guido II a cui succedette Lamberto II la cui madre, Ageltrude, nemica giurata del partito filo-germanico, reclamò la corona per il figlio. Papa Formoso non si oppose ma ne frattempo inviava ambascerie ad Arnolfo di Carinzia. Il re dei Franchi orientali decise di scendere in Italia per prendersi corona e titolo. Se a Roma si piange, a Spoleto non si ride. Lamberto II ed i seguaci, indignati dall’atteggiamento del papa, decisero di rinchiudersi entro le mura della città nell’attesa dello scontro e giurando vendette a Formoso. Ageltrude, rimasta a Roma, riuscì ad aizzare la folla contro il Papa che fu catturato vivo e rinchiuso in cella. Arnolfo, nel frattempo, riuscì a sbaragliare le truppe nemiche. Giunto a Roma liberò il papa ed ottenne la corona. Arnolfo, titolato e coronato, decise di marciare su Spoleto ma, come nei accade nei migliori thriller, ebbe una paralisi e fu costretto a rientrare in Baviera. Nel febbraio dell’anno 896 tutto mutò rapidamente. Una nuova e violenta rivolta scoppiò all’interno delle mura della città eterna senza che papa Formoso fosse in grado di arginarla.
La morte, forse in seguito all’assunzione di veleno, giunta il 4 aprile dell’anno 896 colpì Formoso risparmiando il suo corpo da pesanti rappresaglie. Il successore, Stefano VI, fu eletto grazie agli sforzi di Spoleto. Nel febbraio dell’anno successivo il nuovo papa, spinto dall’odio personale e dalle insistenze di quella signora di nome Ageltrude, ordinò la celebrazione di un processo post-mortem a carico del papa precedente. Il clero romano avrebbe giudicato l’operato di Papa Formoso. Fu indetto il cosiddetto Sinodo del cadavere. Il corpo, in decomposizione, di Formoso fu riesumato, vestito di paramenti pontifici e collocato al di sopra di un trono. Il tutto avvenne nella basilica lateranense. Il cadavere di Formoso fu interrogato e dovette rispondere di tutte le accuse mosse da papa Giovanni VIII Nell’anno 876. La macabra adunanza, svoltasi sotto la presidenza del nuovo papa, decise per una chiara sentenza di colpevolezza, come era ovvio attendersi. Tutti gli ordini impartiti da papa Formoso furono invalidati. Alla chiusura dell’assemblea i paramenti furono strappati di dosso alla mummia, furono recise tre dita della mano (quelle della benedizione), il corpo fu gettato fuori dall’aula e spinto in strada, dove con grida di giubilo barbariche fu lanciato nel Tevere. Quel che rimaneva del corpo fu ritrovato da un monaco vicino Ostia, recuperato e nascosto sino alla morte di Stefano VI. Papa Stefano subì direttamente le conseguenze di quello scellerato processo poiché sarà catturato, deposto e imprigionato a Castel Sant’Angelo, dove nell’ottobre dello stesso anno 897 verrà ucciso per strangolamento.
(Fonte https://viaggiatoricheignorano.blogspot.com/2017/09/il-macabro-processo-al-cadavere.html?m=1)