Tamara Samsonova, la cannibale di San Pietroburgo 4 Novembre 2025 – Posted in: Biografie, Lo Sapevi che – Tags: , , , , , , ,

Tamara Samsonova, la cannibale di San Pietroburgo: la storia vera che sconvolse la Russia

SOLO PER STOMACI FORTI: LA CANNIBALE DI SAN PIETROBURGO

Ci sono storie che sembrano scritte per il cinema dell’orrore, e invece sono vere.
Quella di Tamara Samsonova è una di queste.
Una storia di solitudine, follia e fame — fame vera, di carne umana.

Siamo a Uzur, quartiere residenziale di San Pietroburgo, anno 2000.
Tamara, una donna tranquilla all’apparenza, viene lasciata dal marito e resta sola nella sua casa in via Dimitrov. Gli anni passano, la solitudine cresce.
Tamara inizia ad affittare camere, vive di poco, ma cova qualcosa di oscuro.

Nel 2015, durante alcuni lavori di ristrutturazione, conosce Valentina Ulanova, un’altra anziana del quartiere.
Valentina le offre ospitalità per qualche mese, chiedendole solo un po’ di aiuto nelle faccende domestiche.
Due donne, due solitudini che si incontrano.

All’inizio, tutto sembra normale. Ma presto arrivano i silenzi, i piccoli rancori, le tensioni quotidiane.
Fino a quella sera.

UNA CENA, UNA LENTEZZA SOSPETTA

Tamara prepara la cena.
Un piatto tipico russo, la celebre Oliver Salad, una sorta di insalata russa.
Ci aggiunge un intero flacone di sonniferi.

Valentina mangia, ignara.
Poco dopo, cade a terra. Respira ancora, ma Tamara non aspetta.
La smembra. Le estrae i polmoni, li cuoce, li mangia.
Poi scende più volte le scale, portando fuori i sacchi della spazzatura: dentro, i resti della donna.
L’ultima volta, tiene in mano una pentola. Dentro ci sono i resti della testa di Valentina.

Tre giorni dopo, il 26 giugno 2015, il corpo mutilato viene trovato vicino a uno stagno, in un bosco alle spalle di via Dimitrov.

UN DIARIO DELL’ORRORE

Le telecamere non lasciano dubbi.
La polizia irrompe in casa di Tamara, pronta a darle la terribile notizia della morte dell’amica.
Ma trova tracce di sangue ovunque.

E poi, qualcosa che gela il sangue:
un diario, scritto a mano, pieno di dettagli sui suoi omicidi.
Tamara racconta, con calma e precisione, come ha ucciso, fatto a pezzi e mangiato le sue vittime per oltre vent’anni.

Scrive:

“Ho ucciso il mio inquilino Volodya, tagliato in pezzi nel bagno, messo in sacchi e buttato in luoghi diversi del Frunzensky District.”

Tra le pagine, la polizia trova anche un libro di magia nera e simboli astrologici.
Tamara confessa di aver ucciso inizialmente per “acquisire conoscenza e potere”, ma poi ammette:

“Ho continuato perché mi piaceva il sapore della carne umana.”

IL PROCESSO E L’ENIGMA

Durante il processo, Tamara si mostra serena.
Sorrisi ai giornalisti, baci lanciati alle telecamere.
Come se tutto fosse un gioco, una rappresentazione di sé.

Condannata per 14 omicidi confessati — probabilmente molti di più — viene rinchiusa in un ospedale psichiatrico, dove si trova tuttora.
Gli inquirenti sospettano che tra le sue vittime ci sia anche il marito, scomparso nel 2000 e mai più ritrovato.

Le ultime pagine del diario restano un mistero.
Gli investigatori le studiano ancora oggi, convinti che possano celare nuove vittime.

L’ORRORE SILENZIOSO

La storia di Tamara Samsonova non è solo cronaca nera: è un abisso umano.
Una donna che viveva accanto a tutti, invisibile, educata, gentile.
Eppure capace di trasformare la solitudine in un rituale cannibale.

Il suo caso ci ricorda che il male, a volte, non urla.
Cammina piano, cucina in silenzio, sorride ai vicini.

Cosa ci spinge davvero verso il male?
È la follia, la solitudine… o qualcosa di più profondo, che abita in ognuno di noi?

Scrivilo nei commenti.


Le storie più inquietanti servono a ricordarci che, spesso, la mente è il luogo più pericoloso di tutti.

Qui ci sono i link del video di

Tamara che porta fuori il cadavere di Valentina in sacchi di plastica https://youtu.be/sI4GSV9CKwQ
e che saluta i giornalisti https://youtu.be/0gqRAgf6Vmg

In foto, Tamara.

TAMARA

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