LA LETTERATURA NON SERVE A NIENTE 27 Febbraio 2021 – Posted in: Momenti

LA LETTERATURA NON SERVE A NIENTE

Questa me la fanno sempre: «Ma prof, a che serve studiare ‘sta roba?».
Di norma per “roba” intendono: la letteratura.

Le poesie. I romanzi. Quella “roba” lì.

È una domanda giusta. Certo, di primo acchito diciamo che ti può indisporre leggermente (e per leggermente intendo che il primo istinto è rispondere “A non diventare una capra da grande, ecco a cosa!”)

Ma è una domanda giusta. Forse, la più giusta di tutte.

(per fare una cosa, qualsiasi cosa, dal lavare i piatti a leggere Shakespeare, devi avere un perché. Un senso, un motivo.

Troppe volte ci mettiamo lì a insegnare cose, e poi ci dimentichiamo di insegnare perché sono importanti quelle cose)(io per primo)

Comunque.

«Ma prof, a che serve studiare ‘sta roba?».
Per anni, spiazzato dalla domanda, ho sempre cercato di dire qualcosa che potesse stuzzicarli. Tipo:
«Beh, con le ragazze la citazione giusta al momento giusto funziona sempre.

Non lo sai quante ne ho rimorchiate io con Prevért e Baudelaire?» (balla colossale: ogni volta che li usavo per chiedere a una ragazza di uscire, mi rideva in faccia).

No, non era quella la risposta.
Non lo era perché è la domanda che è sbagliata.

No, la letteratura non “serve” a niente.
Non serve perché non è lì per “servire” a qualcosa.

È come un quadro, una scultura, un paesaggio, un albero, una montagna, una musica.
La letteratura non serve. La letteratura FA.

Ti cambia il modo di vedere le cose. Ti fa pensare i pensieri di un altro. Ti fa vedere cose che non vedevi, e ti fa guardare cose che vedevi e basta.

Prende le tue emozioni quando ancora sono uno schermo a 16 colori, e lo trasforma in uno a otto milioni di colori.

Ti regala eroi a cui ispirarti, storie che vorresti fossero la tua, parole che vorresti dire e sentirti dire.

Ti insegna a dare un nome a quello che provi, e a provare sensazioni che non hanno nome.
Questo fa.

Ti ricorda che la rabbia che provi tu quando subisci un’ingiustizia è la stessa di quelle di Achille, la nostalgia dell’amato che hai visto due ore prima è la stessa che provava Giulietta, la vergogna la stessa di Gregor Samsa trasformato in insetto.

«Questa è la parte più bella di tutta la letteratura: scoprire che i tuoi desideri sono desideri universali, che non sei solo o isolato da nessuno. Tu appartieni»

(Francis Scott Fitzgerald).

E, se a scuola la fai studiare come un qualcosa che “serve”, stai già sbagliando.

La letteratura non serve. La letteratura fa.